martedì 13 aprile 2010

Università/ Ddl riforma, associazioni indicono stato agitazione

Emendamenti ignorati: 18 sigle proclamano manifestazione maggio
fonte: sito Virgilio/APCOM

Roma, 12 apr. (Apcom) - Stato di agitazione permanente, assemblee, rinuncia degli incarichi didattici e aggiuntivi e indizione di una settimana di mobilitazione a maggio che culminerà in una manifestazione nazionale di tutte le componenti universitarie: è il percorso di protesta che 18 associazioni e sindacati universitari hanno messo a punto dopo aver preso atto nessuna delle proposte di modifica al ddl governativo di riforma sull'università è stata accolto negli emendamenti presentati al Senato.

Le organizzazioni - Adi, Adu, And, Andu, Apu, Cipur-Confsal, Cisal, Cisl-Università, Cnru, Cnu, Confsal-Cisapuni, Flc-Cgil, Link-Coordinamento Universitario, Snals-Docenti Università, Sun, Udu, Ugl-Università e Ricerca, Uilpa-Ur - hanno realizzato un documento unitario, nel quale ritengono che ora "risulta ancora più evidente l'intenzione di scardinare il sistema nazionale dell'università pubblica, concentrando le scarse risorse in pochi atenei ritenuti 'eccellenti' e ridimensionando il ruolo di tutti gli altri".


I punti della protesta sono diversi: si va dall'attacco all'autonomia universitaria con l'attribuzione del potere di valutare l'attività del singolo docente ad una agenzia nominata dal ministro all'aumento del potere del rettore e del cda; sotto accusa delle associazioni di categoria e sindacali anche l'incremento di differenza tra i docenti ordinari e gli associati, nell'ambito di un modello che sarà sempre più costituito da pochi docenti di ruolo e da una 'base' amplissima di precari, in presenza di funzioni di docenza svolte e non riconosciute.

Timori sono rappresentati anche "per la modifica la natura stessa dell'Università sottraendole il ruolo di sede principale della Ricerca. È oramai - continua il documento - più che evidente che si vuole demolire definitivamente l'Università pubblica, autonoma, democratica, di qualità e aperta a tutti. Contro questo progetto è necessario che la società civile e il mondo universitario (professori, ricercatori, precari, dottorandi, tecnico-amministrativi, studenti) si mobilitino compatti".

Con lo stato di agitazione invitano tutte le componenti universitarie a riunirsi insieme nelle assemblee di facoltà e di ateneo, ma anche tutti gli organi accademici a pronunciarsi sul ddl. "Si chiede, in particolare, ai professori e ai ricercatori di protestare contro il ddl governativo anche attraverso la rinuncia a ricoprire ogni incarico didattico aggiuntivo, come hanno già cominciato a fare soprattutto i ricercatori in tante sedi".

Già indetta una settimana di mobilitazione in tutti gli atenei: si svolgerà dal 17 al 22 maggio. Individuata, infine, la giornata di venerdì 21 maggio 2010 per lo svolgimento di una manifestazione nazionale di tutte le componenti universitarie.

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