da www.strill.it di Domenica 18 Aprile 2010 alle 20:14 |
di Giusva Branca – Scrivo al Professore Caligiuri, non all’assessore. Scrivo al Professore nella perfetta consapevolezza che la sua figura rappresenti una di quelle eccellenze che ancora salvano quel che resta della Calabria agli occhi del mondo. Non scrivo all’assessore, ma scrivo all’uomo di profonda cultura e conoscenza che si impegnerà ad assolvere al meglio la delega alla cultura ed ai beni culturali conferitagli dal Presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti. Bene, esimio Professore, chiariamo immediatamente un punto: senza giri di parole, come i nostri lettori ben sanno, riteniamo che accanto a quella sanitaria, a quella ambientale, a quella economica, a quella occupazionale, a quella della criminalità, la Calabria stia vivendo una vera e propria emergenza culturale. Lo dicono in pochi, a mezza voce, lo scrivono ancora di meno, ma il livello culturale calabrese negli ultimi lustri è andato paurosamente abbassandosi. Schiavi, come in un sortilegio, di un passato culturale tanto unicamente prestigioso quanto, appunto, passato, i calabresi si vantano delle loro origini in qualche caso senza nemmeno conoscerle a fondo, in molti casi senza onorarle. Della classe intellettuale calabrese si sono da tempo perse le tracce, chiederle di lasciare un segno è pari a follia; conseguentemente anche dal basso i fermenti che giungono sono flebili, talvolta impercettibili. Da Mario Caligiuri, nel ruolo più delicato perché tocca le corde nobili della nostra terra, ci attendiamo tanto nel ruolo che gli è stato conferito e che, a testimonianza di uno spessore umano, culturale e morale pari solo al suo prestigioso curriculum, lui ha accolto con sincera e genuina emozione. Ci attendiamo un cambio di marcia, un imprinting al sistema che dia una svolta vera. In ossequio allo statuto del nostro editore, l’associazione culturale Urba, dalle colonne di strill.it ed anche fuori dal web ci sforziamo di fare fino in fondo la nostra parte e, in questa porzione temporale, lo stimolo al dibattito sul tema da parte nostra sarà incisivo e senza sconti. Ci attendiamo un’attività di indirizzo che non si nutra di “eventi-spot” che accendono solo le luci della ribalta ma lasciano ben poco alle spalle; ci attendiamo sostegno agli eventi culturali che partono dal basso, dalle numerose realtà virtuose che, spesso a fari spenti, si spendono per pura passione e voglia di non annegare nei gorghi della banalità, dell’incultura. Ci attendiamo attenzione verso le tradizioni popolari che custodiscono l’anima della Calabria; ci attendiamo attenzione verso i progetti, le innovazioni che rappresentano il futuro prossimo anche del pianeta-cultura, per troppo tempo visto come necessariamente ingessato in dinamiche antiche ed oggi pronto a nutrirsi anche delle nuove tecnologie che, messe al servizio di un patrimonio culturale che il mondo invidia, potrebbe davvero rappresentare il valore aggiunto. Ci attendiamo disponibilità al confronto ed all’analisi delle proposte che arriveranno, ma, più ancora, ci attendiamo che la Calabria torni ad essere luogo di proposizione di eventi culturali che abbiano respiro nazionale ed internazionale e non solo territorio di fruizione di iniziative che arrivano da fuori. Non sarà un impegno facile, non sarà agevole né portarlo avanti, né, spesso, far comprendere alla gente che, proprio nei momenti più difficili sul piano concreto, quando è in ballo per tanti l’equilibrio della semplice quotidianità, lo sviluppo culturale, vero, diffuso, è l’unico antidoto perché, in tempi bui, la situazione non degeneri definitivamente. Scopelliti scegliendo lei, Professore Caligiuri, ha avuto un’intuizione straordinaria, ora dovrà completare l’opera dandole carta bianca e risorse per un lavoro che parte da macerie fumanti e che solo nella costanza di anni potrà trovare la linfa per costruire un futuro di spessore. Buon lavoro e buona fortuna professore, ne avrà bisogno; l’emergenza culturale della Calabria, da oggi è sulle sue spalle. |
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