lunedì 31 ottobre 2011

Statuti Universitari: scaduto il termine per la presentazione

da Ilsole24ore del 31 Ottobre 2011

Ultime battute per i nuovi statuti di ateneo. O forse no, visto il numero di ritardatari che ancora mancano all’appello. Scade oggi infatti il termine ultimo per la presentazione della nuove “carte costituzionali” di ateneo, già slittato di tre mesi rispetto alla prima scadenza del 30 luglio 2011.
Alla dead-line odierna sono ancora 32 le università italiane che non hanno ancora presentato lo statuto al Miur, altre 39 sono in attesa dell’approvazione del Ministero: dieci mesi dopo il varo della riforma solo uno sparuto manipolo di otto atenei ha completato l’iter e pubblicato il nuovo statuto nellaGazzetta ufficiale. Tra questi solo due sono poli universitari statali, ovvero l’Università Magna Grecia di Catanzaro e Ca’ Foscari a Venezia, mentre per quelli privati la revisione non era obbligatoria.
Sulla carta, grandi cambiamenti. Il rinnovo degli statuti è infatti previsto nella cosiddetta riforma Gelmini per cambiare radicalmente gli atenei, ristrutturandone le strutture  consentendo una gestione manageriale più snella attraverso l’introduzione di membri esterni in consiglio di amministrazione e aumentando il peso della figura del rettore. Ma non tutto è filato liscio nei vari atenei della Penisola. Anzi, tantissime sono state le contestazioni e le proposte di emendamento, tra le più recenti ricordiamo le galline piemontesi scomodate per bloccare l’approvazione dello statuto all’Università di Torino. Il ministro Gelmini, dal canto suo, ha ribadito di essere disposta a bocciare tutti gli statuti che non saranno in linea con la riforma approvata lo scorso anno.
“I lavori sono stati faticosi e hanno destato grandi conflitti di opinione proprio per la portata innovativa della riforma – spiega Marco Mancini, presidente del Crui, al Sole 24 Ore – di fatto i poteri del Senato accademico sono ridotti, mentre vengono incrementati quelli del Cda”. Questo secondo Mancini, sommato alla eliminazione delle Facoltà in favore dei dipartimenti, può portare ad un cambiamento epocale. Ma sarà davvero così? In molti istituti le facoltà spariscono, ma possono venire nei fatti sostituite da strutture di raccordo, le scuole, depositarie di preesistenti nuclei di potere accademico.

mercoledì 26 ottobre 2011

Ignazio Visco: investire sulla conoscenza

da IL Mulino - Contemporanea
Capitolo 1.
Il merito nella società della conoscenza pagg. 29-31


Nell’affrontare la questione del merito e della sua valorizzazione è necessario distinguere subito tra qualità innate e comportamenti: un conto è, infatti, premiare i «talenti»; un conto è, al contrario, aumentare, attraverso opportuni incentivi, l’intensità con cui alcuni comportamenti vengono adottati, la quantità dei loro eventuali prodotti, il pieno utilizzo degli stessi talenti. Inoltre, valorizzare il merito nella sua accezione di qualità innate implica un aumento della rendita per i possessori di queste qualità, cosa che non accade quando si valorizza il merito nella sua accezione di comportamenti adottati (anche, e soprattutto, per sviluppare e applicare al meglio i talenti di cui si dispone).
L’idea secondo cui solo i comportamenti sono sotto il controllo di chi ne è direttamente responsabile, mentre i risultati prodotti dipendono anche da fattori non direttamente governati dall’attore, potrebbe spingere ad attribuire maggiore importanza alla natura intrinseca delle azioni piuttosto che ai risultati, come avviene per quei codici deontologici che valutano il merito dell’azione nell’impegno profuso e nella sua correttezza piuttosto che nei risultati conseguiti. Tracce se ne riscontrano nella struttura dei controlli della pubblica amministrazione centrata sulle procedure più che sui risultati, ma il rischio di limitarsi a valutazioni di natura puramente formale è evidentemente elevato. Basare la valutazione soprattutto sui risultati non comporta che non si possa o non si debba tenere conto dell’operare di elementi al di fuori del controllo, e della responsabilità, di chi agisce.«Valorizzare il merito» non equivale, comunque, a richiedere un’organizzazione sociale esclusivamente fondata su un sistema «meritocratico». Se questo costituisce uno strumento importante per consentire alla società di avvicinarsi il più possibile all’uso efficiente delle risorse produttive (senza nascondere «sotto terra», ricordando la parabola, il talento di cui si dispone), non esclude affatto il momento redistributivo, anzi lo rafforza spingendo a quella «uguaglianza delle opportunità» spesso invocata ma assai poco messa in pratica.In concreto, ci riferiremo al merito come all’accumulazione di «capitale umano» ed esamineremo quanto esso sia valorizzato oggi in Italia per il tramite di un’«adeguata» ricompensa nella scuola, luogo deputato alla formazione del capitale umano, e nel mercato del lavoro, luogo deputato al suo utilizzo.Una tale definizione è strettamente connessa con l’obiettivo e con gli strumenti della politica economica: si ritiene meritevole un comportamento, l’accumulazione di capitale umano, capace di accrescere il benessere collettivo tramite l’innalzamento della produttività del lavoro; lo si stimola attraverso incentivi di natura monetaria e, nella scuola, attraverso voti e valutazioni. Il legame tra incentivi e risultati costituisce il principale meccanismo utilizzato dal policy maker per perseguire i propri fini ed è particolarmente rilevante in questo contesto; il capitale umano, che ha la peculiarità di essere «incorporato» negli individui, non può infatti essere accumulato prescindendo dal coinvolgimento delle persone fisiche e, diversamente dal capitale fisico, non può essere il frutto della decisione centralizzata di un possibile pianificatore.La valorizzazione del merito può accrescere il benessere individuale e collettivo grazie all’aumento della produttività individuale e, tramite effetti di spillover (esternalità positive che giustificano l’interesse pubblico in questa materia), quella totale dei fattori utilizzati nella produzione di beni e servizi. In questo quadro l’Italia è, anche nel confronto internazionale, fortemente in ritardo premiando poco l’accumulazione di capitale, sia nel mercato del lavoro sia nella scuola.

giovedì 20 ottobre 2011

Le 10 regole del controllo sociale

Meier: «C'è spazio solo per le case ecocompatibili»

da www.ilsole24ore.it

Luce, spazio, acqua, verde, doppio soggiorno: le cinque garanzie offerte dall'architetto americano nelle case da lui progettate
di Enrico Bronzo


Altro che soffitti alti 2,70 o sottotetti abitabili. Le magnifiche case di Richard Meier in cui tutti vorrebbero abitare hanno costantemente altezze "infinite. Sarà perché il famoso architetto americano è abituato a progettare musei del calibro del Getty Museum di Los Angeles o l'High Museum of art di Atlanta, poi ampliato da Renzo Piano.
Le numerose abitazioni uscite dalla matita di Meier hanno in comune la bellezza d'affaccio, grazie a facciate realizzate in vetro, la presenza dell'acqua - sotto forma di mare e/o piscina - e il verde. Richard Meier è l'eleganza fatta persona. A soli 49 anni nel 1984 vinse l'Oscar dell'architettura, il Pritzker Prize, il più giovane premiato di sempre. L'intervista si è svolta a Jesolo mercoledì scorso in occasione della presentazione delle The beach houses, da lui progettate, all'interno del Jesolo Lido Village.

Mister Meier le piace l'Italia?
La amo.
Cosa le piace in particolare?
Il cibo è fantastico e questo viene riconosciuto universalmente: il miglior ristorante di New York è italiano!
Dove sta lavorando nel nostro paese?
oltre che a Jesolo alle porte di Bergamo nella sede di i.lab Italcementi nell'area del KilometroRosso (a cui la Commissione europea a maggio ha assegnato il premio European greenbuilding award 2010 come miglior edificio d'Italia per l'efficienza energetica, che grazie al cemento autopulente riduce l'inquinamento, ndr).
L'utilizzo del cemento "eco" è un suo cavallo di battaglia
In Italia l'ho già utilizzato a Roma per la Chiesa di Dio padre misericordioso. Ogni nuova costruzione al giorno d'oggi deve prevede il risparmio energetico, non si può fare altrimenti, non ci sarebbe mercato per stabili che non siano ecosostenibili.
Qual è il suo materiale preferito.
Per me resta il vetro, anche per le coperture.
A proposito di Roma si parla molto di un possibile abbattimento del muro dell'Ara pacis?
Si tratta di un problema politico. Quando mi hanno detto di progettare il museo non c'era l'esigenza di creare una zona verde e pedonale. Io comunque vado d'accordo con tutti: Rutelli, Veltroni e Alemanno.
Cosa ne pensa dell'articolo apparso sul New York Times online in cui si dice Roma si modernizza mentre il suo passato si sbriciola (di recente si è staccato un soffitto della Domus Aurea di Nerone e, un mese dopo, un pezzo di Colosseo, ndr).
Penso che Roma non sia solo un museo, ma una città dove si vive, dove c'è attività, dove si fanno le cose. È così oggi ed è stato così in passato e se nel passato non avessero costruito niente (per mantenere l'esistente) oggi non ci sarebbe nulla da contemplare.
Cosa pensa delle lungaggini presenti in Italia e delle sentenze che bloccano e poi magari sbloccano i lavori?
Io non generalizzerei, ogni progetto è diverso e può avere i suoi problemi.
A Bologna come sta andando? (è in pista con la riqualificazione Bertalia-Lazzaretto, ndr) 
Non so cosa succederà. Non ho novità al riguardo.
In Cina come si è trovato, in particolare con le bellissime residenze di Shenzhen?
In Cina mi trovo bene, si lavora duramente a una velocità molto sostenuta. Tra i progetti in corso c'è un albergo a 8 stelle a Tianjin.
Altri grandi progetti in giro per il mondo?
La torre Rothschild a Tel Aviv, fine lavori nel 2013, e una torre residenziale a San Francisco che verrà ultimata nel 2012.
In Giappone è in corso un dibattito perché nel lungo periodo è prevista una flessione della popolazione da 120 a 80 milioni con la necessità quindi di ristrutturare gli edifici esistenti invece di costruirne di nuovi.
Credo che dipenda dal tipo di edificio. Ci sono alcuni edifici che meritano di essere ristrutturati, specialmente in Giappone, e altri per i quali non è possibile fare nulla, per esempio le vecchie casette in legno.
Qual è il suo concetto di architettura?
Non è cambiato negli anni. Un edificio dura tutta una vita ed è uno spazio di vita, di emozioni, dove si mettono in gioco le capacità delle persone. E così è l'architettura: spazio, vita e capacità umane.
Cosa preferisce costruire più di tutto?
Se posso decidere… mi piacerebbe progettare ancora musei.
Il giro d'affari del suo studio?
Non lo so.

L'architetto ammette che la crisi ha colpito anche il suo settore e si avvia alla conferenza stampa, e successivo party, con oltre un centinaio di invitati tutti vestiti di bianco.

martedì 18 ottobre 2011

Contro la morte: lasciare traccia !!!

domenica 9 ottobre 2011

Strutture protette dalle azioni sismiche (tre video)






progetto c.a.s.e. a L'Aquila

.... i neutrini SONO viaggiati .....

dal sito letteraviola.it - 09-10-2011







Una lunga intervista del quotidiano “La Repubblica”. Maria Stella Gelmini torna sulla questione del tunnel dei neutrini. Il giornalista le chiede: Quel giorno eravate al Quirinale, avevate affidato il comunicato (sul tunnel ndr) a un giovane, non l’avete controllato. 
La Gelmini prova a correre ai ripari: “Al primo incidente di percorso ho pagato un prezzo alto, sono stata travolta dalla velocità di internet e dalla replica sbagliata: il secondo comunicato parlava di polemiche strumentali e non erano parole mie. Bastava chiedere scusa, e farci su un po’ d’ironia. So che non esiste un tunnel da Ginevra al Gran Sasso, ho visitato il Cern e non ho visto tunnel. Bastava mettere quella parola tra virgolette e aggiungere tecnologico, “il “tunnel tecnologico” dentro il quale sono viaggiati i neutrini”Sono viaggiati? Nel tunnel tecnologico?

giovedì 6 ottobre 2011

stay hungry stay foolish

domenica 2 ottobre 2011

Gelmini versione "la filanda"

sabato 1 ottobre 2011

Meritatelo !!!

Ognuno di noi, ogni giorno dovrebbe domandarsi se, con il suo comportamento e con il suo operato, sta meritando ciò che ha, o che gli è stato dato !