domenica 4 aprile 2010

Terremoto: se lo previeni non ti scuote!

Alcune ragioni per la costituzione di un Servizio Sismico Regionale


(pubblicato su Doppia Corsia n. 4)
 Il terremoto, purtroppo, è uno dei fenomeni naturali che, più di ogni altro nella storia, ha avuto il potere di atterrire l'uomo. La terra, ritenuta dall'esperienza comune come un riferimento stabile e sicuro, improvvisamente incomincia a tremare gettando nello sconforto chi assiste impotente al fenomeno.

Qualche mese addietro la trasmissione “Presadiretta” di Riccardo Iacona su Rai Tre, parlando del terremoto dell’Aquila, con un’incursione in Calabria ha evidenziato in che situazione ci troviamo nella nostra Regione. Per chi non l’avesse vista, consiglio di collegarsi al sito www.presadiretta.rai.it e gustarsene le scene migliori che, se non rappresentassero una tragica realtà, potrebbero essere fonte di risate. Case al di sotto del livello della fiumara, interi condomini edificati su dirupi costruendo successivamente le opere di sostegno, progetti completamente inventati che vengono approvati in quindici giorni dal Genio civile, centrali di betonaggio che regalano i cubetti per le prove di qualificazione del calcestruzzo.

Dalle interviste è emersa chiaramente una realtà sociale composita che favorisce il non rispetto delle Leggi antisismiche e delle corrette regole di costruzione in generale. C’è il padre di famiglia che non vede altra scelta che convincersi di essere su un terreno dove si possono costruire “cento piani” senza problemi, c’è lo speculatore edilizio, c’è il politico impreparato e quant’altro rende la nostra Regione ancor più difficile da governare del resto d’Italia, dove la situazione è già fonte di serie preoccupazioni.

D'altra parte nessuna Legge potrà risolvere alcun problema se non è matura una sensibilità adeguata verso il problema stesso, e la sensibilità difficilmente matura se bisogna spesso risolvere problemi di sussistenza. Neanche un esercito di controllori integerrimi riuscirebbe a mettere a posto le cose, soprattutto quando le irregolarità hanno raggiunto i livelli che abbiamo constatato nel servizio televisivo. “Leges sine moribus vanae” ci ricorda Orazio: è inutile legiferare se di base non abbiamo costruito una morale che porti ad un sostanziale rispetto per le regole del vivere sociale e civile.

In Calabria si è recentemente varato un regolamento sulle procedure informatiche per la denuncia, il deposito e l'autorizzazione di interventi di carattere strutturale e per la pianificazione territoriale in zona sismica,  elaborato nell'ambito di una convenzione con l'Eucentre. Siamo l'unica Regione ad avere un regolamento così avanzato. Se ben applicato, potrà evitare quelle approvazioni “leggere” che si sono viste nella trasmissione televisiva di Rai3.


Tale attività, però, lasciata isolata produrrebbe risultati inferiori a quelli possibili se si accompagna l'opera di esperti internazionali a quella di esperti e di tecnici locali. Solo operando "in situ", auspicabilmente in stretta connessione con i migliori Centri di Ricerca nazionali ed internazionali, potrà sperarsi di ottenere sostanziali miglioramenti in campo di protezione sismica. L’Eucentre è un grande centro di ricerca con sede a Pavia con consolidata esperienza nel settore antisismico. Sono stati loro a progettare e coordinare la progettazione delle c.a.s.e. ad Onna ed in altre zone dell’Aquila. L’azione di un tale Centro in Calabria però non deve rimanere episodico ma deve essere fonte di rafforzamento di conoscenze e competenze già presenti e consolidate in Calabria. L'UniCal, per esempio, ha già stretti rapporti sia con l'Eucentre, sia con tutte le altre Università e con gli altri Centri di Ricerca pubblici operanti nell'ambito del Reluis (Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica). Esistono oramai centinaia di laureati calabresi capaci di collaborare ad un’azione di progettazione e realizzazione di interventi di protezione antisismica. Un Servizio Sismico Regionale, simile a quelli già esistenti in Toscana, in Emilia Romagna, in Friuli e che lavorano a stretto contatto e coordinamento con quello nazionale, potrebbe coinvolgere le istituzioni regionali, le università ed i centri di ricerca calabresi, le province ed i comuni, coordinandoli fra loro nelle varie azioni specifiche. Consolidatasi, sarebbe una struttura operativa permanentemente presente in Regione. D'altra parte, anche senza pensare ad un evento sismico, monitorare e mettere in sicurezza il patrimonio edilizio calabrese sarebbe comunque utile a generare lavoro, sviluppare competenze, far circolare capitali, stimolare il turismo, e quant'altro facilmente immaginabile.



I principali compiti di un Servizio Sismico Regionale dovrebbero essere:
Monitoraggio permanente del territorio, per valutare adeguatamente il pericolo a cui è esposto il patrimonio abitativo, la popolazione ed i sistemi infrastrutturali.
Redazione di norme di progettazione strutturale, per fissare criteri finalizzati innanzi tutto alla protezione degli occupanti e poi degli edifici, nei limiti di un costo economicamente ragionevole. 
Pericolosità, microzonazione, input sismico. Con la microzonazione si ottiene la valutazione della pericolosità locale e ciò comporta l’individuazione delle aree che, in occasione di una scossa sismica, possono essere soggette a fenomeni di amplificazione.
Vulnerabilità e rischio sismico. La vulnerabilità viene espressa come la probabilità che una struttura di un certo tipo possa subire un certo livello di danneggiamento a seguito di un terremoto di una determinata intensità.
Ricerca scientifica nel settore, sia attraverso la modellazione e l'analisi numerica, sia attraverso prove sperimentali e partecipazione a progetti di ricerca italiani, europei ed internazionali.
Attività di divulgazione e sensibilizzazione su conoscenza del fenomeno, monitoraggio del territorio, vulnerabilità degli edifici e delle infrastrutture, classificazione sismica e normativa, pianificazione dell’emergenza e scenari di danno, etc.


In Friuli, dopo il terremoto del 1979 si è iniziata la ricostruzione ma si è anche iniziato ad organizzare un sistema di protezione civile che includesse un settore simile a quello da me definito Servizio Sismico Regionale. Attualmente esso ha sede in un edificio, peraltro ecocompatibile, ed ha immediatemente iniziato a operare in aiuto all'Abruzzo rilevando, mediante una strumentazione su elicottero, lo stato dei danni per pianificare la ricostruzione. D'altra parte, anche senza pensare ad un evento sismico, monitorare e mettere in sicurezza il patrimonio edilizio calabrese non sarebbe comunque utile a generare lavoro, sviluppare competenze, far circolare capitali, stimolare il turismo, e quant'altro facilmente immaginabile? Allora, paradrasando Gattuso, ce lo mettiamo il cuore in questo progetto?

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