Contrapporre le rinnovabili al nucleare e viceversa è un delitto d’ideologia, un peccato di miopia. L’aut aut su ciò che è complementare disegna il viatico migliore per l’inefficienza delle scelte. E nel caso dell’energia, trattandosi di scelte strategiche per il futuro del Paese e del Pianeta, questa contrapposizione oltre ad essere sterile è anche dannosa. Soprattutto se ci si pone la salvaguardia dell’ambiente come un obiettivo concreto, non dogmatico.
Ne abbiamo discusso ieri pomeriggio nell’ambito de “I seminari di Libertiamo”, l’associazione politica presieduta dal Benedetto Della Vedova, in un appuntamento dal titolo Sole e nucleare: energie non in alternativa, cui ha preso parte il professor Paolo Saraceno, dell’Istituto di Fisica dello Spazio Interplanetario.
In uno scenario da global warming, dimostrato da accurate analisi scientifiche sulla composizione dei ghiacci antartici, e di esplosione demografica dei paesi in via di sviluppo (la Nigeria, ad esempio, aveva 30 milioni di abitanti nel 1950, oggi ne ha 130; andiamo verso un mondo con 10 miliardi di abitanti, nell’800 ce n’era uno soltanto), Saraceno ha avvertito: “ E’ necessario cambiare modello di sviluppo, o la Terra non ne avrà per tutti”. Né di energia, né di cibo. Cambiare il modello, dunque, ma non lo sviluppo, che tra l’altro è il più potente dei contraccettivi. Con buona pace dei declinisti, degli oppositori dello sviluppo permanente e di qualche caudillo sudamericano che predica il ritorno allo stato del buon selvaggio. Fandonie.
Che si fa quindi? L’imperativo è sostituire le fonti fossili (da esse oggi traiamo l’81% dell’energia mondiale), producendo tutta l’energia possibile con le rinnovabili, il resto con il nucleare. E largo spazio agli Ogm, nei cui confronti è stata montata la più antiscientifica delle campagne: “La verità biologica – spiega il professore – attesta che più un cibo è naturale più fa male. La verità storica che l’uomo, da quando coltiva, prima modifica e poi mangia le specie che ha modificato”
Sul fronte energetico è necessario un uso massiccio delle centrali nucleari. Il problema delle scorie non esiste, è uno spauracchio. La controindicazione, semmai, è un’altra. Ed è tutta di natura geopolitica. Perché una volta che hai rovesciato il modello di produzione energetica a favore delle centrali atomiche hai moltiplicato pure il pericolo d’uso dell’uranio a scopi non proprio pacifici. Nei paesi emergenti, dove massima è l’esigenza di energia, diffondere le centrali nucleari vuol dire accrescere il rischio che qualcuno tiri fuori l’uranio per costruirci la bomba, e in tempi di terrorismo globale l’argomento non è marginale. Ma l’India, per esempio, sta costruendo una centrale nucleare alimentata dal Torio che, a differenza dell’uranio, non è utilizzabile a scopi bellici. Avanguardie.
Quanto al sole, esso da solo fornisce già l’energia sufficiente a mantenere dieci pianeti come il nostro. L’energia prodotta al centro della terra è 1/2000 dell’energia solare incidente. Quella consumata dall’uomo è circa 1/6000. Il problema è che questa energia non sappiamo ancora catturarla. Le celle fotovoltaiche in circolazione non sono ancora in grado di farlo. E’ una follia sussidiarle. Stiamo arricchendo i tedeschi, che sul fotovoltaico hanno fondato un’industria nazionale. Con gli incentivi, quindi, si finanzia l’inefficienza e si rinuncia alla ricerca. E’ la ricerca la chiave d’accesso a un futuro sostenibile. Con i pannelli giusti basterà una centrale nel Sahara, nemmeno troppo grande, per rifornire di energia tutto il Pianeta.
Uno via l’altro, Saraceno, da scienziato, smonta i capisaldi del “fideismo verde”, tra i quali il risparmio energetico, che, spiega “serve a poco”. Certo, esso è praticabile nei paesi ricchi, i quali ultimi però sono un nonnulla nell’oceano demografico del resto del mondo. Con quale coraggio, inoltre, possiamo pretendere dagli africani, o dagli asiatici, che risparmino energia? Lo fanno già, e per questo vivono in media 40 anni meno di noi. Queste persone cercano, giustamente, il benessere. Avere gli ospedali, le industrie, il frigo e l’acqua corrente, allunga la vita. Ma costa energia. E si torna daccapo.
Nucleare e solare sono la risposta, per lo meno la migliore che conosciamo oggi. Chi vi si oppone per ideologia fa male al Pianeta e lo fa sulla pelle dei poveri.
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