(pubblicato su mezzoeuro del 5 Dicembre 2009)
Sul Corriere della Sera del 5 Giugno 2000, Francesco Alberoni, nella sua rubrica "Pubblico & Privato" pubblicò un articolo dal titolo "Chi rifiuta l' arte e ama il calcolo non sa costruire il futuro" che così iniziava "Ricordo che, diversi anni fa, quando abbiamo deciso di costruire la sede della università, avevamo due alternative. La prima era costruire un edificio misurato sulle risorse e sulle esigenze del presente. Poco costoso, modesto, semplice, essenziale. L' altra invece era costruire una sede per ciò che sognavamo di diventare: modernissima, elegante, con ampi spazi luminosi. Ma questa era ovviamente più costosa. Per sceglierla bisognava credere in se stessi, nelle proprie possibilità di espansione. In sostanza, dovevamo scegliere il presente o il futuro? Rappresentare ciò che eravamo allora o la nostra immagine ideale? Farci guidare dall' utile o dalla bellezza, dall' arte? Ho fatto questo esempio concreto perché il problema della bellezza si pone quasi sempre in questo modo. Come rinuncia all' interesse immediato per fare qualcosa che ci proietti nel futuro. Che ci rappresenti non come siamo nel presente, ma come vorremmo essere nell' avvenire. Che non risponde alle domande del momento, ma a quelle della gente che verrà."
Leggere queste frasi mi fece comprendere quale doveva essere lo stato d'animo dei Padri fondatori della nostra Università. Ricordai gli articoli letti mentre ero studente universitario, sempre ad Arcavacata, in particolare ricordai il titolo che più mi colpì per il suo carattere disfattista e pessimista: "Un ponte verso il nulla", apparso peraltro su un mensile pubblicato dall'Ente Regione. Mi fece capire il coraggio che quelle persone, cosentine, calabresi e per gran parte provenienti anche da altre parti d'Italia, avevano avuto nel concepire il nostro Campus universitario. Un progetto catalogato all'inizio da chi lo osteggiava: "un progetto faranoico". Andreatta addirittura ricorreva ad concorsi internazionali per progettare questa nuova opera! Immaginai quante energie si erano dovute impiegare per raggiungere i vari obiettivi e quanta innovazione era stato necessario introdurre, anche nelle modalità di scelta delle imprese costruttrici, della concessionaria (prima Bonifati costruzioni, poi divenuta Bo.Co.Ge., infine Impregilo). Non sarebbe stato più facile per loro costruire una sede "misurata sulle esigenze del presente" invece che proiettata nel futuro?
Ed io nel 2001 mi ritrovavo a dover far parte del Consiglio di Amministrazione dell'UniCal ed a presiederne la Commissione Edilizia. Ero chiamato a cooperare per continuare il sogno e condividere la responsabilità di gestire non un "ponte verso il nulla" ma un "ponte verso il futuro". Fortunatamente il CdA comprendeva componenti di provata esperienza (Frega, Ghedini, Losso, per citarne alcuni), la direttrice amministrativa, dott.ssa Adamo, ed era guidato da Latorre da soli due anni Rettore, quindi anch'egli all'inizio di un nuovo ruolo, ma con un'esperienza pluriennale cumulata da Consigliere di Amministrazione, Preside, Delegato del Rettore. Tutti mi aiutarono a capire come proseguire sulla strada della realizzazione del sogno dei Padri fondatori e dei Calabresi tutti. Per sei anni ho cercato di contribuire alle varie attività del CdA, non solo quelle edilizie. Soddisfazioni e illusioni hanno costellato la strada, ma l'esperienza è stata complessivamente positiva.
Nel 2007, quando sono stato nominato delegato all'edilizia, il Campus pensato per 12.000 studenti ne accoglieva già 30.000 e produceva didattica e ricerca di livello tale da farci primeggiare in tutte le classifiche italiane, sia di noti quotidiani, sia di riviste specializzate, sia di organismi ministeriali. Quel "progetto faranoico" adesso risultava utile a soddisfare le aumentate esigenze senza mostrare alcun segno di cedimento. A quella data si era proprietari di aree per circa 149 ettari nel Comune di Rende e di circa 3 ettari nel Comune di Montalto Uffugo. Erano, inoltre, in corso di attuazione procedure di acquisizione per ulteriori complessivi 41 ettari nel Comune di Rende e di ulteriori 7 ettari nel Comune di Montalto, per un totale a regime di ben 215 ettari circa. Il piano particolareggiato prevedeva, e continua a prevedere, che solo in minima parte (30 ettari) l'area sarà occupata da edifici, strade ed aree di servizio. Tutto il resto costituirà il vasto Parco Universitario, ovvero un’ampia zona tra il Campus ed il resto della realtà urbana che diventerà un’area verde attrezzata al servizio della Comunità Universitaria ma anche di tutti i cittadini dell’area urbana Cosenza – Rende.
Si tratta di un’estensione straordinariamente ampia e rilevante. Su scala mondiale si tratta di poco meno di un decimo del più grande (e famosissimo) Campus del Mondo, quello dell’Università californiana di Stanford, e poco meno della metà di quello dell’altrettanto nota Università di Berkeley; il nostro Campus è però cinque volte più esteso di quello del California Institute of Technology di Pasadena. Per restare in Italia, il nuovo insediamento dell’Università di Parma, una realizzazione moderna e “d’élite”, al di fuori dell’area urbana, occupa uno spazio di appena 77 ettari contro i nostri 215; un campus a noi molto più vicino, quello dell’Università di Salerno (in località Fisciano), ha invece un’estensione pari ad appena un terzo del nostro. Questi pochi esempi comparativi danno una sensazione tangibile dell’importanza della nostra realtà ed al tempo stesso inducono subito ad intuire quanto complesse, difficili e costose possano essere la sua gestione e la sua manutenzione e quanto impegnativi il suo sviluppo e la sua salvaguardia.
Tra edifici dipartimentali, finalizzati alla didattica ed alla ricerca, residenze e foresterie, edifici vari (Amministrazione, 2 Teatri, 2 Cinema, Edificio Spinoff, Centro Sanitario, impianti sportivi, etc.) l’UniCal dispone di oltre 374.983 metri quadri di superfici coperte ed attrezzate (a fronte di 181.000 mq del Campus di Salerno) e di circa 87.000 mq di aree per parcheggio auto. La nuova sede della Presidenza della Facoltà di Ingegneria ed il cubo 6d del Dipartimento di Chimica con i suoi ulteriori 1360 mq di laboratori sono praticamente terminati, mentre le Presidenze di Scienze ed Economia sono in corso di ultimazione insieme con la grande piazza Vermicelli che ospiterà un teatro da 750 posti e due sale cinema, il già citato Edificio Spinoff , e già ospita l'asilo nido ed il nuovo ufficio postale. Chiunque visiti il Campus non può, poi, non notare i lavori per la costruzione delle residenze nelle contrade Rocchi, San Gennaro, Monaci, Bianchi, per la costruzione del nuovo edificio degli Uffici del Centro Residenziale (di fianco all'aula magna), ed i continui lavori di manutenzione delle strade, degli edifici del primo insediamento (il vecchio polifunzionale, ben noto a quanti si sono laureati negli anni '80 e '90 ed a quanti attualmente frequentano Scienze Politiche e Farmacia). Non continuo più l'elenco ma tutti si saranno già accorti che non ho citato l'immensa biblioteca centrale, le residenze Martensson, le celeberimme Maisonettes, etc. Insomma, un capitale edilizio di cui ben poche Università dispongono nel nostro Paese.
Quali sono, allora, alcune delle priorità del prossimo futuro, anche in presenza di una crisi economica che attanaglia l'intero Paese e che non trascura di certo l'Università e la Ricerca? La prima è quella di rendere il campus ancora più fruibile di quanto già lo è, anche per le categorie svantaggiate. E' stato già approvato un progetto per attrezzare il Campus con dispositivi elettronici per segnalazioni ed informazioni per i non vedenti, con una prima tranche d’investimento pari a 250.000 euro, parte di un progetto complessivo da 2 milioni di euro che connoterà il nostro Ateneo come un’Istituzione altamente sensibile ai bisogni delle persone portatrici di handicap. Sono stati già realizzati alcuni ascensori per il collegamento dei percorsi a terra con la passerella pedonale e con la parte carrabile del Ponte Bucci. E' già iniziata l'integrazione degli ascensori interni con 24 pedane per il raggiungimento dei piani attualmente raggiungibili solo con le scale interne.
La sfida più ardua si gioca, poi, sulla manutenzione ordinaria e straordinaria con una nuova organizzazione dei servizi manutentivi basata su un modello misto centralizzazione - decentralizzazione, nonchè sulla gestione dell'energia. Per quest'ultimo aspetto si era tentato un project financing per la realizzazione di impianti di trigenerazione di calore e di energia elettrica da fonti rinnovabili per una potenza totale di 20 MWatt. Il progetto, il cui costo di realizzazione (stimato in almeno 15 milioni di euro) doveva essere sostenuto interamente dal promotore finanziario, dando peraltro, in ambito locale, un significativo impulso all’uso di fonti di energia rinnovabili a basso (o, addirittura, nullo) impatto ambientale. La riduzione di fondi ministeriali e l'entità consistente delle spese per manutenzione, energia elettrica, gas, etc. suggeriscono di non abbandonare il progetto, ma di ripartire dalla precedente esperienza per capire dove non si è diventati "interessanti" per un soggetto privato, e di ritentare di rendere maggiormente eco-compatibile e energeticamente indipendente il nostro Campus.
Un altro intervento tra quelli maggiormente percepiti dalla comunità universitaria come "da migliorare" riguarda l’accessibilità dell’Università dall’esterno. Le precondizioni affinché l’Ateneo sia facilmente accessibile ai circa 40.000 cittadini (studenti, dipendenti UniCal, dipendenti di altre società, fornitori e visitatori) che quotidianamente si dirigono verso la nostra Istituzione riguardano essenzialmente lo stato delle infrastrutture viarie e del servizio di trasporto. La viabilità di accesso al campus universitario è basata quasi esclusivamente sulla S.S. 107 e sulle strade comunali, del tutto insufficienti a reggere l’urto della domanda di mobilità dell'UniCal. Bisogna infrastrutturare tutta l’area di accesso all’Università. Un primo intervento di cui l’Università si farà carico non appena sarà perfezionato il relativo mutuo regionale, consentirà il decongestionamento del nodo di confluenza della SS 107 con la strada per Quattromiglia, con conseguente riduzione della coda che quotidianamente si forma lungo il perimetro dell’area universitaria. Altre ipotesi, prese in esame dal gruppo di tecnici costituitosi in seguito ad un accordo intercorso con la Regione, i comuni di Cosenza e Rende e la Provincia, prevedono l’apertura di uno svincolo autostradale in territorio di Montalto Uffugo per consentire un accesso all’Università da Nord, la continuazione del Viale Parco di Cosenza fino a raggiungere l’UniCal per facilitare la percorrenza di mezzi pubblici, ed infine la realizzazione della Metropolitana Leggera per collegare l’Ateneo a Cosenza e Rende.
Quest'ultimo intervento pare dover divenire realtà in tempi non eccessivamente lunghi. Il nostro Ateneo, con il lavoro un gruppo formato da tanti nostri giovani progettisti, operativi presso le nostre strutture dipartimentali e presso i nostri uffici tecnici, e coordinati (a titolo gratuito) dal sottoscritto, ha già sviluppato il progetto per un nuovo "terminal bus" e che è stato individuato come capolinea della nuova infrastruttura metropolitana. Tale terminal include anche un centro servizi che le migliaia di studenti che giornalmente raggiungono il nostro campus possono rendere vivo, un piccolo eliporto associato all'edificio 118 a servizio di tutto il campus, un ponte per il collegamento con le strutture dipartimentali e didattiche allocate ai lati del ponte Bucci. Si prevede anche la connessione con una "mini-metro" interna che opererebbe come un ascensore orizzontale collegando il capo sud del campus (dove è allocato l'attuale terminal bus) con l'estremo nord, dove sarà allocata la stazione ferroviaria sulla linea Cosenza-Paola, nel territorio di Montalto. Tale terminal è dimensionato per servire esclusivamente il campus, quindi integrativo e non sostitutivo di altri nodi nella rete extra-urbana dei bus provenienti da tutta la Calabria e dalla provincia, in particolare. Se dovesse realizzarsi anche il nuovo ospedale a Vaglio Lise, o in altro luogo dell'area urbana, esso diventerà anche utile infrastruttura di connessione con i dipartimenti interessati ad attività di ricerca in ambito sanitario. La scelta di farlo divenire anche capolinea della futura metropolitana leggera, la possibilità di renderlo "struttura strategica" in campo di protezione antisismica (scelta peraltro già effettuata per le nuove residenze studentesche), la possibilità di realizzare un apposito parcheggio sotterraneo anche al servizio del nuovo polo Teatro/Cinema nell'edificio polifunzionale di Piazza Vermicelli, ed altro, suggeriscono di rivedere l'attuale progetto definitivo, anche al fine di rendere maggiormente possibile l'avvio di un apposito project-financing per la realizzazione dell'opera con capitali prevalentemente privati.
Tutti gli interventi in campo di mobilità, accompagnati da uno sviluppo dei servizi di trasporto, renderebbero inoltre realistico il decentramento di attività molto circoscritte, per quantità e per tipologia, sia di alta formazione che di ricerca, nonché ulteriore sviluppo della residenzialità anche nei centri storici di Cosenza, Rende, Castrolibero etc.
Molti altri, ovviamente, sono gli aspetti connessi alla gestione dell'edilizia e delle infrastrutture nel Campus di Arcavacata. Per tutti basta citare i progetti per una maggiore eco-compatibilità, per la gestione autonoma dei rifiuti (anche con la possibile produzione di energia), per una politica dei parcheggi, per un adeguato piano commerciale, etc. Ne parleremo in altra occasione. Fra i vari progetti, in particolare, non reputo secondario distribuire opere d'arte in un campus che è ben caratterizzato ed originale nel suo complesso (il ponte ed i cubi ai suoi lati sono facilmente identificabili dall'alto nell'ambito della zona nord dell'area urbana) ma che manca di punti di riferimento al suo interno. Più esplicitamente, i "cubi" sono a prima vista identici, la loro identificazione con numeri e lettere diventa familiare solo dopo un pò di tempo che si vive sul "Ponte". Il tutto sempre con lo spirito descritto da Alberoni nell'articolo già citato: "Quando una società rinuncia all' arte, alla bellezza, per adagiarsi solo sulle necessità del presente, sul guadagno economico, sul puro calcolo finanziario, vuol dire che ha perso la sua ricchezza interiore, il suo slancio vitale e, quindi, il suo futuro. Che non sa più dove andare. Allora subentrano il ristagno e la decadenza. Vengono lasciate cadere le sfide, i sogni. La visione strategica è sostituita dalla tattica, al posto dei creatori, degli imprenditori, subentrano i funzionari, i burocrati. L' originalità si spegne e viene inghiottita dalla mediocrità."
Conoscendo la serietà della persona, non avevo dubbi sulla serietà del lavoro che stai svolgendo come delegato all'edilizia. Queste brevi note lo confermano.
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