lunedì 24 maggio 2010

Università Mediterranea fra elezioni del Rettore e Ponte sullo Stretto

da sito ilvelino.it


Reggio Calabria, 24 mag (Il Velino) - La posizione favorevole rispetto alla realizzazione del Ponte, assunta del Rettore dell'Università 'Mediterranea' di Reggio Calabria, Massimo Giovannini durante il convegno di Catania di venerdì scorso, ha provocato un vero e proprio terremoto nell'ateneo reggino, dove è in corso una dura campagna elettorale proprio per il rettorato con, in corsa, ben 5 candidati. Uno di questi, Enrico Costa, ha polemizzato ironicamente con Giovannini, candidato anch'esso: "E' la sua famosa coerenza", ha commentato.


Ma la posizione dell'attuale rettore ha suscitato molte perplessità: da Roma è intervenuto addirittura Alessandro Bianchi, ex rettore dell'Università di Reggio e già Ministro ai Trasporti del governo Prodi 2006-2008, quando esordì il giorno del giuramento da Ministro dicendo che avrebbe subito bloccato l'iter di realizzazione del Ponte. Bianchi, a Reggio, è stato il principale protagonista della stagione di militanza no-pontista dell'ateneo, poi proseguita anche dopo di lui proprio sulle basi ideologiche che aveva dato all'Università: "mi sono espresso molte volte sull'argomento, - ha detto Bianchi - a partire dal 1982, con la pubblicazione del libro "L'attraversamento dello Stretto", fino a qualche giorno fa presentando il libro, molto ben documentato, dell'Editore Mancosu "Il Ponte sullo Stretto, assumendo una posizione che non è affatto legata ad un "pregiudizio" bensì ad un "giudizio" molto ponderato, che discende da studi multisettoriali, documentati e approfonditi. Nei prossimi giorni tornerò ancora sulla questione, dato che la pluriennale e poderosa azione di pressione da parte della Società dello Stretto (ora un unico grumo con l'ANAS) sembra stia facendo breccia anche laddove le responsabilità istituzionali dovrebbero prevalere su ogni forma di interesse e il sapere scientifico dovrebbe evitare ogni forma di subordinazione culturale e politica".

Non s'è fatta attendere la contro-risposta di Giovannini, che ha ulteriormente precisato le ragioni di questa posizione: "Ritengo personalmente, e non a nome dell’Ateneo a cui appartengo, che la necessità delle infrastrutture, debba essere priva di qualsiasi connotazione politica; chiunque ritiene che il Sud ne sia oggettivamente carente. Ritengo, comunque, che parlare del Ponte, al di là della sua priorità e della fattibilità, sia un’opportunità che abbiamo per riportare l’attenzione sulla questione meridionale. Del Ponte si sta attualmente parlando anche in contesti relativamente distanti dall’immediata realtà del territorio effettivamente coinvolto. Da tempo l’area dello Stretto è oggetto di studi documentati da parte della Mediterranea su una sua eventuale conurbazione sia un presenza che in assenza del Ponte, un laboratorio di sperimentazioni fisiche e culturali, economiche e sociali. La Mediterranea è e vuole essere della partita per giocare, sui tavoli scientifici, assieme a Messina, un ruolo strategico potendo contare sulle specifiche competenze presenti nelle sue facoltà, nei suoi dipartimenti. Infine, a proposito di colonizzatori e colonizzati vi confesso di essere stato felicemente sedotto dall’Ateneo di Reggio, nel quale senza soluzioni di continuità, lavoro fin dai primi anni ’70". Un dibattito, probabilmente, destinato a durare a lungo e ad infiammare anche il prosieguo di questa campagna elettorale accademica.
(Peppe Caridi) 24 mag 2010 09:31

mercoledì 19 maggio 2010

Gelmini: «Se non collaborate andiamo avanti da soli»

da sito corriere.it del 19.5.2010

ROMA - Tre minuti di fischi ininterrotti per dire «no al disegno di legge Gelmini sull’università». Così il flash mob degli studenti della Sapienza ha animato il sit-in di alcune centinaia di ricercatori, lavoratori e studenti delle università romane, e non solo, che si sono dati appuntamento – mercoledì – davanti al Senato, dove è in corso la discussione sul decreto per la riforma universitaria. Per i ricercatori, gli atenei rischiano di «non riuscire ad assicurare il funzionamento ordinario delle università dal gennaio 2011, a causa dei significativi tagli ai bilanci». 
 
«IMPOSSIBILE FARE BUONA RICERCA» - Tra i punti critici evidenziati dai manifestanti, anche il blocco del turnover che «si tradurrà nella chiusura dei corsi di studio, nell’impossibilità di fare della buona ricerca». Con un libro in mano, studenti e ricercatori hanno voluto così «far sentire la voce della cultura». Le storie più diverse si intrecciano nei racconti dei ricercatori. «Teniamo corsi all’università per 400 euro l’anno», spiega un ricercatore di Tor Vergata. E, continua una ricercatrice di Roma Tre, «nonostante questo non viene riconosciuta la nostra centralità nell’organizzazione della didattica». 
«RIFORMA ASSOCIATA AGLI INVESTIMENTI» - Sostegno alla protesta dei ricercatori, viene dal Senato Accademico della terza università capitolina: «Il Senato Accademico di Roma Tre – si legge in una nota – anche sulla base della documentazione pervenuta da parte di varie componenti della comunità accademica, manifesta preoccupazione per la situazione che ha prodotto lo stato di agitazione che si sta diffondendo nell’ateneo e in molte altre università, in relazione al quadro di difficoltà e di incerte prospettive per il sistema universitario nazionale». Il Senato «ritiene indispensabile che il processo di riforma sia contestualmente associato ad un piano pluriennale di crescita degli investimenti nel settore universitario». E chiede che «siano assicurati agli attuali ricercatori a tempo indeterminato adeguate opportunità di carriera, in relazione a una riconosciuta idoneità basata sulla valutazione del merito individuale», condividendo «le giuste preoccupazioni espresse dai Ricercatori universitari».

LA POSIZIONE DEL MINISTRO - Ma, da viale Trastevere, il ministro dell’istruzione Mariastella Gelmini fa sapere: la riforma dell’università «non contiene alcun tipo di taglio». «Il nostro impegno – sottolinea il ministro – è non solo sul fronte della ricerca di risorse adeguate per il sistema universitario, ma soprattutto per una spesa più efficiente». In riferimento alla protesta dei ricercatori, il ministro Gelmini ha spiegato come “la riforma consenta loro di poter avere due contratti triennali al termine di ciascuno dei quali ci sarà una valutazione e poi la possibilità di accedere all’abilitazione nazionale e quindi entrare in ruolo con una progressione di carriera e con uno scatto stipendiale nell’università o di lavorare all’interno della pubblica amministrazione o nelle aziende private”. Poi il ministro ha aggiunto: «Credo che la riforma valorizzi il ruolo dei ricercatori e allinei L’Italia alle prassi europee». Riforme così importanti, ha concluso il ministro Gelmini, «fossero condivise. Mi sembra però che da sinistra non arrivino proposte sul tavolo ma solo proteste. Non rinunceremo al cambiamento: se non ci sarà collaborazione andremo avanti da soli».

martedì 18 maggio 2010

Università, oggi e domani protesta ricercatori contro ddl Gelmini

ROMA (Reuters) - Manifestazioni e protesta dei ricercatori universitari oggi e domani contro la riforma contenuta nel ddl Gelmini all'esame del Parlamento e contro i tagli alla ricerca.


Lo annuncia una nota della Flc Cgil.
La protesta prevede per oggi l'occupazione dei rettorati e domani una manifestazione davanti al Senato, ma altre iniziative si svolgeranno a livello locale fino al 22 maggio.
"Le ragioni della protesta sono legate alla drammatica condizione in cui versano gli atenei per effetto dei tagli al finanziamento in parte già attuati, ed in parte da attuare nel 2011 e 2012. Una proiezione della Conferenza dei Rettori stima, al primo gennaio 2011, il momento di insostenibilità finanziaria per gran parte degli atenei Italiani", si legge nella nota.
"Già oggi molte università sono in una condizione di deficit crescente che impone il taglio dei corsi, dell'offerta formativa, della ricerca; in qualche caso hanno annunciato anche la disdetta degli accordi integrativi relativi al personale tecnico e amministrativo (già fortemente penalizzato dall'introduzione delle norme "Brunetta") e l'impossibilità a breve di pagare gli stipendi", aggiunge la nota.
Infine vengono spiegati i motivi della protesta contro la riforma del ministro Maria Stella Gelmini: "A ciò si aggiunge il ddl Gelmini in discussione al Senato, che rappresenta una vera e propria controriforma destinata a mutare radicalmente il funzionamento e la missione dell'Università, alterandone la natura aperta e democratica attraverso norme centralistiche e autoritarie, disegnando un'università pubblica sempre più povera di risorse e qualità, destinata ai pochi che se la possono permettere, con un attacco frontale al diritto allo studio; un'università governata da élites ristrette, e popolata di precari senza futuro, sottopagati e costretti ad un lavoro servile. Un'università che nega le opportunità di formazione ai giovani, e che mortifica i talenti e il merito".
Già nei giorni scorsi la protesta dei ricercatori a tempo indeterminato aveva costretto il ministero a proprogare di 15 giorni, al primo giugno, la scadenza per la presentazioni da parte degli atenei dei piani di studio 2010-2011, piani di studio ai quali i ricercatori hanno deciso di non contribuire per protesta contro la riforma.

sabato 15 maggio 2010

Unical-Marameo: seconda giornata dedicata all’infanzia


dal sito ponteradio del 15,5.2010

Si è svolta oggi,  sabato 15 maggio, a partire dalle 9.00, la seconda edizione della Giornata dedicata all’Infanzia, organizzata dall’asilo nido/ludoteca "Marameo" dell’Università della Calabria. L’evento, che si è svolto presso il Piccolo Teatro Unical, ha affrontato la tematica attuale dell’ambiente, con il titolo “ Noi interpretiamo la natura a regola d’arte”. Dopo i consueti saluti del Rettore Giovanni Latorre, è seguita una lezione di spettacolo a cura dell’Associazione culturale Corifeo e una premiazione sulla mostra di scultura ad opera dei bambini delle scuole elementari. Tema senz’altro attuale quello scelto per questa seconda edizione, che ha avuto come obiettivo quello di avvicinare e sensibilizzare i bambini e le famiglie al problema della salvaguardia ambientale. Non a caso, tutte le attività previste  hanno riguardato il riciclaggio, la raccolta differenziata e lo sfruttamento delle risorse umane. Per tutta la mattinata di sabato, Ponteradio ha seguito l’evento. 

venerdì 14 maggio 2010

Il PD respinge su tutta la linea il ddl Gelmini ed è pronto a dare battaglia in Senato

da sito virgilio.it del 14.05.2010


Centralista e con tagli "indiscriminati". Il Pd respinge su tutta la linea il ddl Gelmini per la riforma dell'università e si dichiara pronto a dare battaglia nell'aula del Senato dove il provvedimento approderà a breve. Per i democratici la riforma "epocale" è solo "un insieme di tagli lineari e indiscriminati addobbati di belle parole e nobili intenti". A spiegare la posizione del Partito democratico è stata la presidente dei senatori Anna Finocchiaro, insieme al responsabile Università e ricerca della segreteria del Pd Marco Meloni e ai membri della commissione Istruzione, dove ieri è intervenuto il ministro Mariastella Gelmini. "Siamo convinti - spiega Anna Finocchiaro - che sia necessario riformare l'Università per accrescerne autonomia e responsabilità, ma il ddl Gelmini fa esattamente il contrario". Inoltre, aggiunge la Finocchiaro, "con i tagli annunciati dal ministro Gelmini molti atenei che già non riescono a funzionare, e nel 2011 non potranno pagare gli stipendi ai dipendenti, saranno costretti a chiudere. Questa è l'unica verità che è emersa in commissione e noi vogliamo denunciare al Paese la volontà di questo Governo e della maggioranza". A rischio ci sarebbero tra l'altro gli atenei di Roma, Firenze e Milano. "Solo università ricche che hanno immobili come quella di Siena - ha detto Vittoria Franco - potranno venderli e sopravvivere mentre le altre affonderanno". In altri paesi "l'università è considerata un asset strategico per uscire dalla crisi ma da noi per una precisa scelta politica non è così", ha rilanciato la presidente dei senatori democratici tacciando il provvedimento anche di "centralismo". "Il sapere - ha sottolineato il capogruppo democratico in commissione Cultura Antonio Rusconi - è diventato luogo di saccheggio, prima con la scuola, poi con gli enti lirici, ora con l'università". Meloni, da parte sua, ha ribadito la volontà del Pd a discutere nel merito delle questioni e a partire dagli emendamenti presentati ma "è chiaro che se il discorso, come dice la Gelmini, è 'collaborate e forse Tremonti potrà trovare le risorse per fare funzionare l'università il mese prossimo non possiamo che opporci. Chediamo al governo un ripensamento su questi tagli". Infine Maria Pia Garavaglia ha criticato proprio la 'ratio' della riforma Gelmini "con la quale i consigli di amministrazione avranno più potere dei Senati accademici": "In questo modo l'università diventa un'azienda mercantile invece di una comunità del sapere".

mercoledì 12 maggio 2010

Incerto il futuro di cinquecento stagisti

da sito Gazzetta del Sud del 12.5.2010

Anche se il bando non prevede alcuna assunzione chiedono di poter continuare a lavorare in Calabria




Tonio Licordari - Reggio Calabria

Il buio oltre la siepe dei voucher? La preoccupazione dei giovani superlaureati è legittima, ma è anche giusto ricordare i "patti" stabiliti dal bando. Non c'era alcun impegno per un impiego fisso dopo la conclusione dei due anni di stage, ma solo una "raccomandazione" politica agli enti in cui hanno operato questi giovani. Adesso che i nodi stanno venendo al pettine una rappresentanza dei 500 stagisti ha scritto una lettera al governatore Giuseppe Scopelliti e al presidente del Consiglio regionale, Franco Talarico, per porre alla loro attenzione il problema.

Facciamo un passo indietro per inquadrare la questione nel binario giusto. La proposta era partita dal Consiglio regionale, e in particolare dal presidente dell'epoca Giuseppe Bova, largamente condivisa dalla Giunta, a cominciare dal governatore Agazio Loiero. Con il nobile obiettivo di fermare la fuga dei cervelli e di valorizzare i giovani superlaureati in Calabria, si è deciso, riducendo i costi della politica (anche i consiglieri regionali si sono decurtati lo stipendio) di lanciare il cosiddetto "Programma stages 2008" riservato ai superlaureati (la base di partenza riguardava i giovani che avevano conseguito il titolo di laurea con 110) che per due anni avrebbero avuto l'opportunità, con una borsa di studio congrua, di lavorare e fare esperienza negli enti (Comuni, Province, Asl, Aziende ospedaliere, Università, anche imprese private). La prima tranche di questo progetto riguardava 500 giovani, 250 finanziati dal Consiglio e 250 dalla Giunta.

Adesso che lo stage sta per finire, questi giovani si troveranno in mano un attestato di master di secondo livello, come era nei patti, ma rischiano di restare disoccupati, dovendo ricominciare da capo, non avendo gli enti la possibilità di procedere ad assunzioni.

Nella lettera rivolta a Scopelliti e Talarico, partendo dalle parole dei due presidenti che hanno esaltato il principio della meritocrazia, scrivono: «Lo Stato e la Regione hanno il dovere di trovare e creare le risorse per sostenere e tutelare l'attività dei giovani che hanno formato, spesso in modo eccezionale (come nel nostro caso) perchè se si vuole pensare realmente ad uno sviluppo della nostra terra, non bisogna commettere nuovamente l'errore di pensare che lo sviluppo dipenda solamente dall'ammontare dei soldi pubblici presenti nel bilancio regionale. Le teorie dell'economia politica, infatti, dimostrano chiaramente che lo sviluppo economico dipende dalla qualità del capitale umano e non tanto dall'ammontare del capitale fisico».

In questa lettera si ribadisce che «la maggior parte del lavoro creativo avviene tra i venti e i quarant'anni, per cui è su questa fascia di professionisti e di sperimentatori che bisogna indirizzare le risorse finanziarie, seguendo esclusivamente criteri meritocratici e sulla base di progetti con le prospettive dell'originalità, della qualità e della potenzialità di sviluppo».

Ecco l'appello a Scopelliti e Talarico: «Noi vincitori del Programma stages vorremmo, semplicemente, svegliarci domattina e scoprirci figli di una Regione che ha ancora voglia di affidarsi ai suoi migliori talenti per rialzare la testa, scrollandosi di dosso le rovinose brutture dell'indifferenza e le cancrenanti conseguenze di una politica che troppo spesso ha fatto della pratica clientelare il proprio modus operandi per diventare scenario privilegiato di una storia scritta dal progresso e dallo sviluppo socio-economico e culturale. Anche noi, assieme a voi, vogliamo prendere parte ad una siffatta presa di coscienza in qualità di attori capaci di apportare un contributo fattivo, attivo e positivo a quello che andrebbe così delineandosi come un vero processo virtuoso: non precludeteci la possibilità e l'opportunità di esserlo e di esserci».

La lettera prosegue su questi toni («temiamo di essere scavalcati dai raccomandati di turno»), i giovani temono che senza un un intervento politico anche loro, come altre migliaia di giovani, saranno costretti a lasciare la Calabria. Pensierino finale: «Cari presidenti Scopelliti e Talarico, diciamo insieme basta all'emigrazione intellettuale. Noi siamo pronti a restare nella nostra Calabria e ad aderire a quel progetto di cambiamento che entrambi avete divulgato ma dateci l'occasione di lottare al vostro fianco. Questa è una battaglia che va fatta, se vogliamo avere la speranza di vivere in una regione che goda della fiducia dei suoi cittadini, che sappia affrontare le sfide del futuro e che sia essa stessa un simbolo di merito».

Fin qui l'appello legittimo dei giovani stagisti, anche se si sapeva già in partenza che l'esperienza sarebbe finita alla scadenza del voucher.

martedì 11 maggio 2010

Prodotto interno lordo oppure BENESSERE INTERNO LORDO ?

Video del discorso di Robert Kennedy su ciò che non indica il PIL

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And this is one of the great tasks of leadership for us, as individuals and citizens this year. But even if we act to erase material poverty, there is another greater task, it is to confront the poverty of satisfaction - purpose and dignity - that afflicts us all. Too much and for too long, we seemed to have surrendered personal excellence and community values in the mere accumulation of material things. Our Gross National Product, now, is over $800 billion dollars a year, but that Gross National Product - if we judge the United States of America by that - that Gross National Product counts air pollution and cigarette advertising, and ambulances to clear our highways of carnage. It counts special locks for our doors and the jails for the people who break them. It counts the destruction of the redwood and the loss of our natural wonder in chaotic sprawl. It counts napalm and counts nuclear warheads and armored cars for the police to fight the riots in our cities. It counts Whitman's rifle and Speck's knife, and the television programs which glorify violence in order to sell toys to our children. Yet the gross national product does not allow for the health of our children, the quality of their education or the joy of their play. It does not include the beauty of our poetry or the strength of our marriages, the intelligence of our public debate or the integrity of our public officials. It measures neither our wit nor our courage, neither our wisdom nor our learning, neither our compassion nor our devotion to our country, it measures everything in short, except that which makes life worthwhile. And it can tell us everything about America except why we are proud that we are Americans.


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testo del discorso completo

JFK and the ENERGY (R)EVOLUTION




When man first walked, upon the moon
It defined a generation

As this new millennium dawns, we face a greater challenge
Climate change threatens our very existence

What further disasters will convince world leaders
That the existing technology
In renewable energy
Offers the last remaining hope, for a sustainable future?

Hollow words and spineless resolution have failed us
Now is the time for an energy revolution

Will we look into the eyes of our children and tell them
That we had the opportunity, but lacked the courage?
Will we look into the eyes of our children and tell them
That we had the technology, but lacked the vision?

Or will we look into the eyes of our children and tell them
That we faced our challenge

Like our fathers, before us

And fought,

For the Energy [R]evolution

lunedì 10 maggio 2010

E' Fabrizio Capua il decimo assessore

 da sito ReggioTv.it
Catanzaro. "Sono lusingato dell’incarico che il Governatore mi ha voluto affidare, rinnovando la fiducia e la stima reciproca che ci lega da moltissimi anni". E’ quanto ha affermato il neoassessore regionale Fabrizio Capua. "Mi auguro che la mia esperienza imprenditoriale - ha proseguito - possa essere di aiuto nelle scelte strategiche che la Regione vorrà intraprendere in termini di internazionalizzazione e cooperazione europea.
Il mio impegno vuole essere il contributo di un ‘tecnico’ che, con occhio esterno alle logiche strettamente politiche, cercherà di aggiungere valore all’operato della Regione. Le deleghe che il Governatore mi ha affidato rappresentano un’occasione per avvicinare la nostra regione all’Europa perseguendo tra gli altri l’obiettivo di farle assumere il ruolo, e non solo per il dato geografico, di essere ponte e riferimento con i paesi del Mediterraneo".

"La sfida dell’internazionalizzazione - ha sostenuto Capua - é la problematica centrale che ogni Paese moderno deve e sta affrontando in questo momento, pur gravissimo, proprio per gli effetti globali delle crisi finanziarie di Stati e Banche. In momenti così difficili, ma proprio per questo aperti ad ogni nuova prospettiva, il ruolo della Calabria deve essere di protagonista all’interno dello Stato Italiano e nella politica di settore con gli altri paesi. Dobbiamo abbattere il vecchio assioma ‘Calabria sud del sud’ per divenire momento centrale di proposta e di iniziativa. Sono convinto che la cooperazione con i popoli europei, fatta essenzialmente di confronto e dialogo, consentirà alla Calabria di sviluppare le enormi potenzialità di cui dispone. Il mio impegno sarà quello di far crescere la nostra Regione in sintonia con i Paesi Europei, con quelli del Mediterraneo e del resto del mondo".

Per Capua "l’obiettivo è quello di rafforzare la presenza della Calabria all’estero conquistando anche importanti posizioni di mercato, operando un radicale processo di innovazione nelle relazioni con l’estero. L’accrescimento delle nostre professionalità, la ricerca di una maggiore sinergia tra soggetti pubblici e privati operanti all’estero e la valorizzazione dei rapporti con le comunità di origine italiana saranno ricercati unitamente ad una costante promozione della nostra regione attraverso iniziative anche in ambito culturale, turistico ed economico".

Il profilo del neo assessore. Capua, 43 anni, è sposato e ha due figli di 10 e 5 anni. Dopo la laurea in Economia e Commercio, il Master in economia d’Impresa all’Università Bocconi e ulteriori studi negli Stati Uniti, Capua inizia l’esperienza lavorativa nel 1993 in Coca-Cola Italia, per proseguire nell’azienda di famiglia, la Socib spa che a quell’epoca aveva competenza per la sola Calabria. Nel 1994, dopo l’acquisizione della concessione anche per la Sardegna, Fabrizio Capua viene nominato direttore generale e si dedica alla riorganizzazione del business: migliora la capacità produttiva, aumenta il volume delle vendite, riorganizza la rete commerciale e dopo tre anni raggiunge gli obiettivi che erano stati prefissati. Nello stesso anno viene nominato amministratore delegato del business in Sardegna. Nel novembre del 1999, in seguito alla prematura scomparsa del padre Giovanni, Fabrizio Capua eredita il ruolo di Ad di tutte le aziende del Gruppo.
Nel 2001 acquisisce i territori della Campania, della Basilicata e della Puglia, e avvia il processo di incorporazione che nel 2002 porta alla fusione di tutte le società del Gruppo nella Socib spa di cui viene nominato ad. Sotto la sua direzione, l’azienda, che conta seicento dipendenti, raggiunge un fatturato di trecento milioni di euro. Nel dicembre del 2008, Fabrizio Capua cede Socib alla multinazionale Coca-Cola "Hellenic Bottling Company" e viene nominato presidente del business in Italia. Contemporaneamente, fonda "Independent Investments". Dal marzo 2005, Fabrizio Capua è anche presidente di "Assobibe" l’Associazione italiana tra gli industriali delle bevande analcoliche.

Riforma Gelmini paralizzata?

dal sito dil Giornale di Sicilia


di ADELFIO ELIO CARDINALE
Verso il porto delle nebbie. E' questo l'incerto approdo del Ddl di riforma dell'università proposto dal ministro Mariastella Gelmini. Ma la nuova legge sul riordino del sistema accademico rientra nell'agenda delle cose possibili? Un ideale marinaio, dall'alto della coffa dell'albero maestro, vede una navigazione in un mare periglioso e immerso nelle brume, che può portare a un naufragio culturale.

Raffica di emendamenti
Non solo per i sussulti e gli smottamenti dell'attuale momento politico. Infatti, non appena nei giorni scorsi il decreto Gelmini ha iniziato il suo itinerario parlamentare nella competente commissione del Senato, si è trovato a fronteggiare un bombardamento di artiglieria di ben 828 emendamenti. Si aggiunge, dopo un periodo di bonaccia, il riproporsi di assemblee, agitazioni, documenti di studenti, docenti, ricercatori.

È naturale che un testo di legge possa essere migliorato o emendato. Ma queste plurime e pervicaci volontà politiche di mutamento mirano alla sostanza e ai fondamentali del progetto. Gli esiti possibili sono due: lo stravolgimento del disegno di legge, ovvero - più probabilmente - la paralisi con conseguente mancata approvazione. Un déjà-vu. La solita tela di Penelope che impedisce, da circa 50 anni, una riforma organica del nostro sistema accademico, ormai inadeguato. Vogliamo ricorrere, con ottimismo, al paradosso di Tocqueville, alla catastrofe come resurrezione.


Dal primato al degrado
L'università è nata in Italia, con l'Alma Mater di Bologna nel 1088. Malgrado questa primazia le nostre università non sono più alla sommità del sistema internazionale da circa quattro secoli. Un recupero si ebbe con il Risorgimento, perché in quell'epoca un'intera generazione di studiosi - da Cannizzaro, ad Avogadro, a Meucci, a Quintino Sella - contribuirono, anche arruolandosi nei battaglioni, alla lotta per uno Stato moderno basato su cultura e scienza d'avanguardia. Le fruttuose conseguenze e i positivi risultati durarono sino alla prima metà del secolo scorso. Da allora una serie di provvedimenti scoordinati e senza risorse aggiuntive hanno determinato: eliminazione della libera docenza; abolizione degli assistenti e introduzione di professori associati e ricercatori, cui si aggiungono variegate docenze liquide e precarie; chiusura degli istituti e sostituzione con i dipartimenti; liberalizzazione degli accessi; introduzione dell'autonomia didattica e amministrativa; diversificazione di diplomi e lauree; moltiplicazione delle sedi e dei corsi di studio; scarsa competitività. Un "degrado per allargamento" secondo un'espressione dei sociologi. Le conseguenze sono così sintetizzabili: molti atenei sono sull'orlo del fallimento; localismo e provincialismo; meritocrazia disattesa; basso livello di parte degli studi; risorse sempre più scarse.

Università di massa
Due soli esempi. La trasformazione del privilegio in diritto, che correttamente Simonetta Fiori (La Repubblica, 14 aprile 2010) ascrive alle classi intellettuali e politiche progressiste - di radice cattolica, comunista e liberal-democratica - le quali hanno perseguito l'illusione egualitaria che, per sconfiggere il privilegio e affermare il diritto, sarebbe bastato allargare l'università di élite in università di massa, senza selezione o merito e senza differenziazione di studi al suo interno. Con slogan populistici: una laurea per tutti, un lavoro per ciascuno. Penalizzando il merito si disgrega il potenziale di crescita del sistema economico-sociale italiano. Ulteriore elemento. La spesa media annua dell'Italia per uno studente universitario è di 8 mila dollari, mentre la media dei Paesi Ocse è di 11.500 dollari, per arrivare ai 20.000 di Svizzera e Stati Uniti. In tutti i Paesi del mondo industrializzato, in Europa come negli USA, come in Asia, oggi si investe sempre più su scuola, alta formazione, ricerca. Gli italiani - bisogna purtroppo constatarlo - preferiscono un'istruzione mediocre, con proliferazioni di sedi distaccate, corsi effimeri di basso livello, programmi ridotti tipo "bignami", per ottenere in ogni modo il "pezzo di carta" della laurea, purchè prevalga il familismo geografico. Tutti sotto lo stesso tetto: nonni, papà, mamme, figli. Questa autoreferenzialità provinciale e di basso conio determina ignoranza e impedimento rispetto a soluzioni che, nei Paesi più avanzati, sono state messe in atto da molti e molti anni, con il pericolo immanente di restare indietro, anche per le generazioni future.

La valutazione di Visco
La riforma Gelmini è il primo progetto di riforma organica del sistema universitario da circa mezzo secolo. La proposta dell'attuale ministro ha ottenuto da molti una valutazione "non negativa", evidenzia l'ex ministro Vincenzo Visco, personalità certamente non sospetta di simpatie politiche per il governo. Abbiamo già segnalato, in precedenti articoli i punti condivisibili del Ddl: bonifica economico-finanziaria e controllo dei bilanci; allocazione differenziata dei fondi pubblici; iniziali progressi nel reclutamento; valutazione con verifica della didattica e della ricerca; meritocrazia; qualità. Alcuni punti lasciano perplessi e sono sicuramente da migliorare: il nodo dei finanziamenti e investimenti, poichè a costo zero non si fanno riforme; lo svuotamento di compiti del senato, in quanto al corpo accademico spetta la parola finale sull'indirizzo strategico; l'elaborazione di requisiti minimi, che possano evitare l'apertura incontrollata agli esterni nel consiglio di amministrazione; l'unione solo su base numerica dei dipartimenti, che può snaturare discipline scientifiche e ricerca; la soluzione del problema dei ricercatori, pur senza ope legis o sanatorie; l'accorpamento di facoltà, dipartimenti e corsi di laurea, confuso nella struttura e nelle finalità.

Tornare al merito
Ma la vera riforma di base è concettuale, in accordo con Andrea Graziosi (L'università per tutti, Il Mulino editore): l'università è nata e opera per gli studi - come recita il nome di tanti atenei, universitas studiorum - e non esclusivamente per gli studenti, spesso scarsi di merito e ricchi di bisogni, dato che l'utente finale è la società nel suo complesso.

Bisogna traghettare verso il merito e puntare sul capitale umano. La Costituzione - la nostra Bibbia civile - afferma che la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e della ricerca scientifica e tecnica, ma all'art. 34 parla di "capaci e meritevoli". L'istruzione offerta dall'università non è solo un bene pubblico, ma piuttosto un bene meritorio.

In quest'ottica di maggiore rigore, selezione, meritocrazia e qualità, Graziosi avanza due proposte certamente provocatorie e contro-corrente: le lauree triennali non dovrebbero dar diritto al titolo di "dottore"; scorporare dal sistema universitario nazionale il settore di istruzione superiore professionale, affidandolo alle regioni. Una vera e propria agenda pedagogica. Bisogna far presto. È necessaria una terapia d'urto, per difendere il carattere alto dei saperi e della ricerca intellettuale, contro clientelismi e familismi. Sul battello del sistema universitario ci siamo tutti. Se si affonda significa abbandonare l'idea di investire sulla classe dirigente di domani. E il naufragar sarà amaro in questo mare, ribaltando il famoso verso del poeta.

venerdì 7 maggio 2010

Draquila: Poteri speciali ad un uomo speciale!


 da sito net1.news.org del 7.5.2010
Ne ha passato di tempo qui a L'Aquila Sabina Guzzanti per girare il suo Draquila: l'Italia che trema, docu-film che racconta di come il terremoto di un anno fa è stato vissuto da noi, e di come è stato gestito dal governo italiano. 700 ore di girato ridotti ad un'ora e mezza densa di spunti di riflessione indirizzati più agli italiani, forse, che a noi aquilani. Dentro l'affollatissimo tendone di Piazza Duomo di L'Aquila, mai stato così satollo di persone, l'attrice e regista ieri sera ha presentato in anteprima il suo lavoro. Si parla del terremoto per allargarsi però ad un discorso più amplio che ci ricorda, se ce ne fosse bisogno, in che Paese vivamo. E mica perché le calamità naturali così trequenti in Italia (se non è un terremoto si tratta di una frana, di un'eruzione, di un allagamento e via dicendo) vengono sfruttate dai soliti senza scrupoli per arricchirsi ridendo nel cuore della notte. Il discorso è molto più vasto. L'Aquila è solo un tragico esempio di quello che è diventato il nostro Paese. Per fortuna che è la Guzzanti a raccontarcelo con il suo solito mix sapiente di serietà e stemperate divertenti, indispensabili per mandare giù il boccone amaro.
Dai tempi di Viva Zapatero!, l'Italia è cambiata e in peggio: il controllo di Berlusconi è sempre più vasto, totale, sempre più affidato ad immagini falsate, alla professione della bugia, le sue mosse sono sempre più mirate al suo tornaconto e a quello della sua cerchia di eletti. Un controllo così ben studiato da convincere di vedere una sfera invece di un cubo. Ciechi, dunque, senza neanche più l'olfatto per sentire la puzza di fregatura. Un controllo così organizzato e perfezionato con gli anni, da far cadere in trappola una certa fetta del Paese e quindi degli aquilani. Da una parte c'è chi gli sarà eternamente riconoscente per essere ospite in un albergo della costa adriatica abruzzese o per aver ricevuto la casetta di legno (costata uno sproposito utilizzando soldi pubblici ed espropriando i terreni dove costruirle ai piccoli possidenti ma non alla Chiesa*). Dall'altra, e per fortuna, i numerosi comitati di protesta nati insieme alle prime tendopoli e banditi all'interno delle stesse per volere della Protezione Civile, contraria, come il Premier B., ad ogni forma di controllo o di contestazione al suo operato. Esiste un solo controllo: il Loro, esiste una sola verità ed è quella che ti dicono Loro. Questo è il ritratto -solito, se vogliamo- che esce fuori del nostro Paese. Il terremoto a L'Aquila è stato per Berlusconi il suo pretesto per rilanciarsi, per trasformare il Dipartimento di Protezione Civile (organizzatore unico non solo degli aiuti in caso di calamità naturali ma anche di tutti i grandi eventi che avvengono in Italia) in una società per azioni, un passo in fin dei conti brevissimo fermato solo dagli scandali emersi legati proprio alla Protezione Civile. Approfittando della tragedia, sperperando soldi pubblici, Berlusconi ha organizzato il suo capolavoro (per ora) dove inscenare una serie di falsi miracoli culminati con il G8 a L'Aquila e con le varie inugurazioni delle case di legno simili in maniera preoccupante a della televendite vere e proprie. L'Italia, e L'Aquila ne è una prova, è fatta a immagine e somiglianza di Berlusconi, meglio, a uso e consumo di Berlusconi. Diceva bene a tale proposito il fratello Corrado Guzzanti nei panni di Rutelli -L'Italia non è né di destra né di sinistra, l'Italia è di Berlusconi-. La sua strategia avvelena una parte ma fa dormire contenta e tranquilla l'altra, inquietantemente sempre più numerosa. La critica all'Italia della Guzzanti rimbalza naturalmente su quegli aquilani abbagliati dallo spendore del nulla.
Draquila è un lavoro onesto, obiettivo per quanto possibile, che conferma la bravura di Sabina, la sua curiosità, il suo non saper stare a certe regole imposte, l'indipendenza della sua testa sempre ricca di spunti di riflessione.
Il film sarà distribuito in tutta Italia tranne che....indovinate...a L'Aquila! Ma non per decisioni partite dall'alto. Questa volta il responsabile è l'esercente dell'unico cinema aperto in città offeso del fatto che l'anteprima si è svolta in Piazza Duomo e non nei suoi locali. «Una reazione da vero aquilano» ha commentato la Guzzanti tra gli applausi dimostrando che in tutti questi mesi ci ha studiato e capito molto bene.
Notizia dell'utim'ora: il film è uscito anche a L'Aquila. Meno male che la Movieplex ci ha ripensato.
Tra le tante testimonianze divertenti che la Guzzanti ha raccolto ce ne una che ha piegato dalle risate il tendone. Una combattiva vecchina racconta di quando la Protezione Civile voleva portarla in una specie di ospizio. Lei non ci voleva andare e ha chiesto al volontario: -Ma tu ce l'hai tua madre?- -Sì- risponde quello -Beh, allora portaci mammeta-

Disabilità: giornata di studio all'Ateneo Magna Grecia

 “Dignità e cittadinanza reale della persona con disabilità da Marsiglia a Catanzaro: sarà questo il tema della giornata di studio che si terrà oggi venerdì 7 maggio – informa una nota stampa - a partire dalle ore 9.30, presso l’Aula Magna A dell’Edificio delle Bioscienze(Corpo H) del Campus universitario Salvatore Venuta”.
"L’iniziativa – prosegue la nota -, promossa congiuntamente dall’Associazione Mediterraneo Senza Handicap e l’Università Magna Graecia di Catanzaro, si articolerà in interventi sulle tre grandi tematiche, già affrontate nel corso della giornata di studio che si è tenuta l’anno scorso a Marsiglia: la cittadinanza difficile; la coscienza vulnerabile; dalla frantumazione dell’indifferenza alla partecipazione. Nel corso dei lavori verranno presentati, infatti, gli atti del IV congresso internazionale Mediterraneo senza handicap incentrati sui diritti di cittadinanza e quindi sull’effettiva integrazione e partecipazione della persona con disabilità alla vita sociale in tutti i suoi aspetti e in tutte le sue dinamiche. Tutti gli interventi programmati per la giornata di studio del 7 maggio prossimo saranno tradotti simultaneamente in Lingua Italiana dei Segni, con la collaborazione di Interpreti Specializzati Lis”. “Aprirà la giornata di studio - precisa la nota - il Rettore dell’Università Magna Graecia, Prof. Francesco Saverio Costanzo. Introdurranno e presenteranno i temi oggetti dell’incontro la Professoressa Antonietta Rosalia Marchese, delegato del Rettore dell’Ateneo catanzarese per la disabilità, e la Dott.ssa Michela Carrozzino, Presidente Associazione Mediterraneo Senza Handicap. Relazioneranno il Professor Adriano Pessina dell’Università Cattolica (“Etica, disabilità e giustizia nella condizione umana”), la Dottoressa Matilde Leonardi dell’Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano (“Disabilità oggi tra Convenzione Onu e classificazione Icf”), il Dottor Faouzi Kardous, Direttore dell’Associazione Mediterraneo Senza Handicap di Marsiglia (“Itinerario per avviare un centro di telelavoro”), il Professor Paolo Mancarella, Presidente della Conferenza Nazionale Universitaria Delegati per la Disabilità (“I primi dieci anni della legge 17/1999”), il Professor Guido Giarelli dell’Università Magna Graecia (“Dalla discriminazione alla valorizzazione delle differenze: il diversity management”). Nel pomeriggio il Professor Antonino Mantineo, dell’Università Magna Graecia, illustrerà come i saperi possono mettersi al servizio dell’integrazione per un’università senza barriere, il Professor Cleto Corposanto, sociologo dell’Ateneo catanzarese, metterà a confronto le diverse esperienze realizzate con la redazione dei piani di zona territoriali e della programmazione dei servizi alla persona disabile, mentre la Professoressa Paola Valentino, componente della Commissione Disabilità dell’Università di Catanzaro spiegherà gli interventi realizzati nell’Ateneo Magna Graecia a favore dell’integrazione degli studenti diversamente abili, e la Dottoressa Annunziata Coppedè, Presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap – Calabria, focalizzerà al sua attenzione su ciò che attiene la cittadinanza attiva e il suo esercizio oltre la disabilità. La giornata si concluderà con la tavola rotonda sul tema Il ruolo delle istituzioni e del privato sociale nei diritti di cittadinanza della persona con disabilità". "L’evento – conclude la nota - è patrocinato dal Ministero della Salute, dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, dall’Istituto per gli Affari Sociali, dalla Regione Calabria, dalla Provincia di Catanzaro, dal Comune di Catanzaro, dall’Associazione Nazionale Sociologi, dall’Ordine degli Psicologi della Calabria, dall’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Catanzaro. L’evento è accreditato per la formazione professionale continua degli assistenti sociali, inoltre la partecipazione allo stesso consentirà agli studenti di acquisire crediti formativi universitari". Per ulteriori informazioni è possibile contattare la segreteria organizzativa al numero di telefono 0961.3694995.

"La tonnara del PD"

da http://www.strill.it/ del 7.5.2010

di Giusva Branca - "Facciamola finita, venite tutti avanti nuovi protagonisti, politici rampanti, venite portaborse, ruffiani e mezze calze, feroci conduttori di trasmissioni false che avete spesso fatto del qualunquismo un arte, coraggio liberisti, buttate giù le carte..."




Non sappiamo se Francesco Guccini nel suo Cirano pensasse, in uno slancio di preveggenza, al Pd calabrese di oggi, ma alla luce della tonnara nella quale si è trasformata il Partito Democratico di Calabria, ormai, non c'è più nulla da salvare.

Nelle ultime 12 ore la Calabria (quella che non aveva di meglio da fare) ha assistito basita ad un tutti contro tutti che rappresenta i titoli di coda di un progetto evidentemente senza gambe e frantumatosi sugli scogli di una dirigenza gerontocratica ed autoreferenziale

Ciascuno cerca di arraffare ciò che può e di tirare un pò di fango addosso agli altri; d'altra parte chi ha innescato tutto questo sapeva bene a cosa si andava incontro. E' noto, infatti, che non sempre il fuoco appiccato è controllabile, "l'orgia moderata non esiste" ricordava in un suo grandioso spettacolo Paolo Rossi.

E così, dopo la gazzarra andata in scena in gran segreto nell'aula commissioni del Consiglio regionale, dopo i volti-da-morto-dentro-casa della seduta elettiva di Presidente ed Ufficio di Presidenza, gli stracci del Pd sono velocemente volati e con la medesima velocità si sono anche sbriciolati passando da una dichiarazione di Adamo rimbalzata addosso ad una risposta di Guccione che ha innescato una risposta di Bova, la quale ha provocato una stizzita replica di Caminiti ed una lettera di Guccione a Bersani (che dalla Calabria è letteralmente scappato mesi fa dopo aver verificato di trovarsi in una gabbia di matti), il che è sfociato in una dura reprimenda pubblica a Bova da parte di Loiero.

Su una cosa sono tutti d'accordo (chi pubblicamente, chi a denti stretti): il Pd calabrese non esiste più, dissolto, frantumato, sbriciolato da una classe dirigente che non ha mai sentito proprio il partito e che, anzi, non ha mai perso occasione per rimarcare distinguo e provenienze, differenze di formazione e di esperienze.

E, inevitabilmente, la squadra che, con molta fatica, stava insieme quando si vinceva, si è letteralmente disintegrata appena il vento ha iniziato a cambiare e ben prima che si trasformasse nel tornado elettorale del 28-29 marzo.

Tutto è perso fuorchè l'onore potremmo dire, ma ad una condizione: che la smettiate di azzuffarvi come galline da strada.

Anzi, ecco un consiglio: telefonatevi, ammesso che abbiate il coraggio di dirvele in faccia le cose, visto che molti di voi si sfiorano e non si salutano neanche...

mercoledì 5 maggio 2010

I frati minori di Calabria in missione tra i giovani dell'Unical

 da sito IlQuotidianoCalabria del 5.5.2010

Incontrare i giovani, nel luogo di formazione del loro futuro, per condividerne i ritmi, le attese, i desideri, le speranze, e portare loro la Parola di Verità e di Vita


I frati minori di Calabria, insieme ai frati del noviziato interprovinciale di Piedimonte Matese, le suore francescane, i giovani della Gifra e della pastorale vocazionale del centro vocazioni di Bisignano, stanno realizzando presso l’Unical di Cosenza la Missione Giovani dal titolo “Vieni e scoprirai...”.
Un invito per i giovani a fermarsi davanti alla Parola di Cristo che vuole illuminare la loro vita e dare senso all’esistenza ricca di sogni e desideri dei ragazzi che crescono nella formazione all’interno del campus di Arcavacata.
Quattro giorni (dal 3 al 7 maggio) di incontri, catechesi, dialogo diretto con le centinaia di giovani studenti provenienti da più parti della Calabria e dell’Italia per camminare al loro fianco e fare festa con loro nello Spirito di Cristo Risorto.
Una missione per i giovani voluta dai Frati Minori e condivisa dall’’Arcivescovo di Cosenza, mons. Salvatore Nunnari, in collaborazione con la parrocchia universitaria dei Padri Dehoniani che da anni si occupano della pastorale universitaria proprio nel cuore dell’ateneo di Cosenza. Un tempo di grazia per parlare ai giovani, ascoltare le loro voci, i loro bisogni, le loro aspettative e paure, ed illuminarle alla luce del Vangelo, che vuole portare speranza e verità nel cuore di tutti.
A coordinare il lavoro dei missionari il responsabile della pastorale giovanile e vocazionale dei Frati Minori di Calabria, padre Francesco Bramuglia, che ha richiamato, nella prima giornata di incontri, il senso di questo stare insieme ai giovani qui all’Unical: «cosa volete che Dio vi faccia?» è stato l’interrogativo che il frate minore ha rivolto ai giovani che si sono ritrovati ad ascoltare le catechesi proposte nel ricco programma. Durante il giorno i frati saranno impegnati nel contatto diretto dei giovani tra le mura dell’ateneo cosentino con centri di ascolto, momenti di preghiera, animazione e confronti personali. Ma la Chiesa che vuole camminare insieme a loro si sposterà nei locali notturni, frequentati dagli universitari, anche la sera per poter contattare le decine di studenti proprio nei luoghi dove si ritrovano per vivere le serate di allegria e divertimento.
Anche li i frati ed i giovani missionari arriveranno con il loro messaggio di vita e speranza in Cristo per annunciare ai giovani che Dio li ama e vuole loro regalare ogni bene. La missione giovani proseguirà fino al 7 maggio, quando si concluderà con la Celebrazione Eucaristica alle ore 13.00 che segnerà la fine di questo momento tra i giovani e con i giovani dei Frati Minori di Calabria.

La Gelmini e l’Università sotto attacco

da sito Ilquotidiano del 5.5.2010

di PAOLO JEDLOWSKY

L'Università è sotto attacco. Il disegno di legge Gelmini ora in discussione al Senato è solo l'ultima di numerose espressioni. Il disegno, se approvato, comporta la riduzione dell'autonomia degli Atenei attraverso l'introduzione di sponsor esterni nei consigli di amministrazione; stabilisce nuovi criteri di accreditamento dei corsi di laurea imponendo così di ridisegnarli e ridurli; ratifica tagli radicali al finanziamento pubblico delle università (che da anni è diminuito comunque); riduce il turnover (non tutti coloro che vanno in pensione potranno essere rimpiazzati); amplifica il precariato. Il mantello retorico del disegno di legge parla di “criteri di valutazione” e di “razionalizzazione” dell'offerta didattica. Ma la razionalizzazione consiste solo nel taglio delle spese; quanto alla valutazione, il Ministero ha varato negli ultimi anni diversi organi per esercitarla: non ne ha ascoltato nessuno; i criteri fin qui utilizzati sono quasi solo economici (cioè inadeguati a giudicare processi formativi) e quando non sono tali sono insensati (è “virtuoso” ad esempio il corso che fa scorrere più celermente gli studenti dall'immatricolazione alla laurea: un criterio che, in assenza di contrappesi, esorta a promuovere indiscriminatamente!). L'università pubblica ha molti problemi. Il decreto non ne affronta nessuno. Crea confusione, imponendo nuovi riordini che si sommano a quelli che quasi ogni anno le facoltà sono state costrette a fare in virtù delle oscillazioni delle direttive ministeriali. Genera scontento: non risolvendo l'annoso problema dello statuto giuridico dei ricercatori (a cui di fatto si chiede da tempo di fare i docenti, ma che non sono mai stati riconosciuti tali) li tratta in modo tale da spingerli all'agitazione. Direi anche che insulta chi insegna, non riconoscendo alcun valore a quanto la Conferenza dei rettori ripete da anni riguardo alle necessità degli atenei. Tutte le componenti del mondo universitario sono preoccupate. L'effetto del disegno è di rendere dubbia la possibilità che il prossimo anno accademico si apra regolarmente. Non mi pare che gli organi di informazione fin qui abbiano molto aiutato l'università. Specie l'anno passato, si sono esercitati soprattutto nella critica dei meccanismi perversi di potere incistati in alcuni circoli accademici (il clientelismo di certi “baroni”): una critica utile e sacrosanta, ma che, non accompagnata da altre considerazioni, ha contribuito a generare presso l'opinione pubblica un processo di delegittimazione dell'intera università che temo faccia più il gioco di chi intende distruggerla che quello di chi vuole migliorarla. Ma perché l'università oggi viene delegittimata? Le necessità di contenere la spesa pubblica giocano fino a un certo punto. L'argomento potrebbe essere discusso senza bisogno di attaccare nessuno: e del resto la percentuale della spesa pubblica per formazione e ricerca in Italia è più bassa che in qualunque altro paese europeo. Un articolo di Franco Rositi nel numero della rivista “Il Mulino” ora in edicola aiuta a capire. L'articolo si intitola Bugie senza vergogna. Riguarda lo stato della comunicazione pubblica in Italia. L'osservazione centrale di Rositi è che nella comunicazione politica e nell'informazione pubblica oggi in Italia vi sia un altissimo grado di tolleranza della menzogna. Altrove le bugie, quando sono scoperte, fanno scandalo, e in genere sono letali per il mentitore. Non così in Italia: si possono dire menzogne impunemente. Eventualmente, se scoperti, le si ritrattano, ma nessuno se ne scandalizza. L'ipotesi dell'autore è che ciò dipenda da una sorta di disincanto: il pubblico sa che ciascuno tira l'acqua al suo mulino, dà per scontato che per i suoi fini ciascuno usa ogni mezzo, e dire bugie è uno dei mezzi più ovvi. Con ciò la sfera pubblica si perverte: invece che di un confronto tra argomentazioni, fra le quali i cittadini sono chiamati a valutare la migliore, viene a trattarsi di uno scontro tra furbi, dove vince chi riesce ad abbindolare il pubblico con la maggiore efficacia. Sulle conseguenze di questa tolleranza della menzogna nei discorsi pubblici non mi soffermo. Quello che mi colpisce però è che i discorsi che si fanno nelle aule delle università sono del tutto diversi. E qui sta forse una delle ragioni dell'attacco a cui vengono sottoposte. In un'aula universitaria la menzogna non è tollerata. Perché non appartiene per definizione al discorso scientifico. La scienza è fatta di affermazioni verificabili: lo scienziato o il docente che menta non può farlo impunemente. L'istituzione universitaria è depositaria del sapere scientifico, e da questo mutua le procedure di controllo. Il grado di tolleranza della menzogna è vicino allo zero. Ma se la cultura italiana, o quanto meno quella cui si riferisce chi ora è al governo, tende a tollerare la menzogna, è evidente che l'università non può che apparire come un luogo minaccioso. L'università rappresenta, o meglio è, un'altra cultura, un'altra Italia. Potrei aggiungere al discorso di Rositi qualche altra osservazione. Il più bello e inquietante tra i film-documentario sull'Italia contemporanea, Videocracy di Erik Gandini, ha come sottotitolo “Basta apparire”. Nel film, la frase è pronunciata da tal Lele Mora, procacciatore di partecipanti al Grande Fratello, tronisti e veline. Esprime un altro aspetto della cultura attuale. Ma, di nuovo, l'università è differente. Un esame non si passa con un bel vestito. Il credito scientifico non si consolida imbellettando una pubblicazione. Più in generale, il modello di discorso fondamentale della cultura oggi egemone è quello pubblicitario. Ciò non è senza conseguenze. Un enunciato pubblicitario è seduttivo: non può essere né “vero” né “falso”, se mai è più o meno efficace. E' dunque un discorso in cui il giudizio di verità su quello che si dice è fuori questione. (E' appropriato in certi casi, come quando si vuole vendere qualcosa; ma solo fino a un certo punto: le promesse del venditore, l'acquirente poi le verificherà nel consumo). Ebbene: diffondendosi, questo tipo di discorso disabitua a valutare la verità e la falsità. Ma i discorsi scientifici sono per principio diversi. Qui il gioco linguistico non può prescindere da questa valutazione. Non stupisce che una cultura modellata sulla pubblicità (e dove la politica, soprattutto, tenda a somigliarvi) vi veda un nemico. L'università è, nelle società moderne, depositaria del discorso scientifico. In modi diversi nelle differenti scienze, si tratta comunque di un discorso in cui ciò che si dice è sottoposto per principio a procedure di verificazione o di falsificazione. In cui vige il controllo reciproco e in cui si è obbligati alla trasparenza (bisogna dichiarare fonti, metodi, prove e argomenti: e tutta la comunità scientifica deve potervi accedere). Il sapere a cui si mette capo è disinteressato (conta per se stesso, non perché produce profitti - anche se, naturalmente, può generarne). Nell'università dunque si impara a documentarsi, a valutare, a pensare, a essere critici, a essere responsabili di quel che si dice. Possiamo fare a meno di tutto ciò? Non mi pare. Allora che l'università vada difesa. Perché bisogna tenere a mente quale è la posta. I suoi problemi vanno discussi e affrontati, ma l'università va sostenuta perché svolga al meglio le proprie funzioni, va controllata per la sua capacità di svolgerle, va aiutata a difendersi da chi dall'interno la scredita (come i “baroni” clientelari, appunto). In fondo, proprio il fatto che venga attaccata testimonia della sua vitalità.

martedì 4 maggio 2010

Fini lancia su you-tube i circoli di Generazione Italia



BICI BLU a Teramo

Da Repubblica.it del 4.5.2010

I membri dell'amministrazione comunale non potranno più prendere l'auto. L'iniziativa è partita dal primo cittadino, Maurizio Brucchi, per raggiungere gli obiettivi europei del 20-20-20. E per spingere le persone a muoversi su due ruote partirà anche un progetto di affitto condiviso di mountain bike.


TERAMO - La mobilità sostenibile prima di tutto. Il sindaco di Teramo Maurizio Brucchi (Pdl) l'ha presa sul serio. E così ha bandito l'uso delle automobili per tutti i responsabili dell'amministrazione comunale. Che d'ora in poi si muoveranno in città a bordo di biciclette blu. E' questa l'iniziativa lanciata dal primo cittadino del comune abruzzese che ha firmato il Patto dei Sindaci della Commissione europea per raggiungere gli obiettivi Ue del 20-20-20. Brucchi si è rimboccato le maniche per rispettare i criteri stilati da Bruxelles sullo sviluppo sostenibile della mobilità. E "per spingere anche i cittadini a muoversi su due ruote - ha spiegato - partirà a breve un progetto di affitto condiviso delle biciclette".

Che Teramo fosse luogo sensibile alle tematiche green era già cosa nota. Ne è prova, ad esempio, il fatto che tutte le scuole pubbliche sono già dotate di impianti fotovoltaici. E c'è dell'altro. Alla vigilia della cerimonia del Patto dei Sindaci, in cui amministrazione comunali, provinciali e regionali sottoscriveranno l'impegno a percorrere la via del risparmio energetico, della riduzione delle emissioni e dell'utilizzo delle rinnovabili, tutti i rappresentanti della Regione Abruzzo, dei comuni e delle province si sono ritrovati nella sede di Bruxelles per fare il punto della situazione.

Un incontro, questo, dal quale sono emerse nuove iniziative "sostenibili". Come quella messa in campo a Chieti dove, sempre con un occhio alla mobilità, il Comune, grazie a un finanziamento regionale, realizzerà un sistema di rotonde per evitare le enormi quantità di emissioni prodotte dagli autoveicoli fermi ai semafori. (04 maggio 2010)

lunedì 3 maggio 2010

Elezioni Rettore Università Mediterranea: 8 Giugno 2010

Si terranno l'8 giugno prossimo le elezioni per la nomina del rettore dell'Università Mediterranea per il quadriennio 2010-2014. L'ordinanza che fissa la votazione è stata emessa dal decato di ateneo, Rosario Pietropaolo. "Le candidature ed i programmi, riservate ai docenti di prima fascia a tempo pieno - è scritto in un comunicato dell'Università Mediterranea - dovranno essere presentate entro il 19 maggio. Le operazioni di voto si volgeranno dalle 9 alle 17 dell'8 giugno nella Facoltà di Ingegneria per tutti gli elettori. L'eventuale riconvocazione per mancanza del quorum previsto è fissata per il 10 e 11 giugno e il ballottaggio per il 16 giugno". (nella foto l'attuale Rettore, prof. Giovannini)

domenica 2 maggio 2010

Dalla domotica al monitoraggio strutturale

Pubblicato su doppia corsia n. 5

In una Calabria sempre più anziana e da sempre soggetta a crolli e dissesti, un aiuto può arrivare anche dalle nuove tecnologie informatiche.


Parlare di casa del futuro sembra ancora fantascientifico. Ed invece un osservatore attento non può non accorgersi che sono già presenti tutti i fatti tecnici che la rendono realtà e che si sono evoluti negli ultimi anni. Basta citare quelle tecnologie che sono già entrate nelle casa; quegli “oggetti” che si sono insediati stabilmente ed hanno modificato silenziosamente i comportamenti dell’abitare. Il telefono, il videoregistratore, il fax, il climatizzatore, il computer, il cellulare, la lavatrice, l’hi-fi, la videocamera. e l’automazione di alcuni componenti (il cancello del garage, per esempio si apre a comando.,ecc). Tutte cose date per scontate.

La casa, quindi, è ormai un sistema complesso e ricco di potenzialità tecnologiche, che conosciamo ma che sfruttiamo solo in piccola parte. Secondo la “visione” domotica, questi apparecchi sono destinati a integrarsi in un sistema, la “casa intelligente”, caratterizzato dalla interconnessione e dalla cooperazione fra le varie componenti. Il concetto di intelligenza condivisa e distribuita offre numerose possibilità di miglioramento della qualità della vita domestica, in termini di sicurezza (attiva e passiva), di risparmio energetico, di comfort e intrattenimento, di fornitura e controllo remoto dei servizi, di telelavoro.

Home Automation, Building Automation, Smart Home, etc…, tutti sinonimi derivati da un altro neologismo, Domotique, coniato in Francia e composto dalla fusione dei due termini Domus e Informatique. La Domotica, rappresenta l'applicazione delle tecnologie informatiche per l'automazione degli ambienti domestici. Il termine "ambiente domestico" può facilmente estendere la propria accezione tradizionale e riferirsi sia ad una classica abitazione, sia ad un ufficio o ad un negozio, fino ad identificare anche edifici di dimensioni maggiori come una scuola, un ospedale o un aeroporto, o addirittura un intero quartiere.

Un ambiente che utilizza la tecnologia domotica è in grado di mantenere continuamente sotto controllo tutti i parametri funzionali, assicurando un adeguato livello di comfort all'utente e, in alcuni casi, adattandosi alle sue preferenze (ad es. temperatura e livello di umidità interni, gradazione ottimale dell'illuminazione, etc…).
Se l'incremento del livello di comfort di un ambiente risulta gradevole per gli utenti cosiddetti "normo-dotati", questo diventa fondamentale per le persone anziane e per quelle disabili, le quali vedono aumentare il proprio grado di autonomia e di indipendenza, beneficiando di un ambiente ritagliato su misura secondo le proprie capacità psico-fisiche. Nella nostra società, infatti, fortunatamente (visto che le cause principali sono il miglioramento delle condizioni di vita, la maggiore efficienza delle cure e delle terapie mediche, condizioni di lavoro sempre più sostenibili, etc.) la durata della vita si è allungata sensibilmente, sia per gli uomini che per le donne. Si pensi che oramai, nel XXI secolo, stiamo aggiungendo un mese alla nostra vita media ogni quattro mesi trascorsi. E' nato però il problema, sempre più significativo, numericamente ed economicamente, dell'assistenza agli anziani. Anche in questo caso la domotica viene in nostro aiuto e lo dimostrano il gran numero di progetti e di applicazioni. Un esempio: la casa pre-dimissioni dell'ospedale "Morelli" di Sondalo, in provincia di Sondrio, nasce come risultato di un progetto finanziato dall'Unione Europea (progetto FACILE) supportato da un gruppo interdisciplinare e internazionale di esperti. Il gruppo di ricerca è composto da medici, riabilitatori, architetti ed esperti di automazione domestica e opera con l'obiettivo di sviluppare "strumenti di supporto per la progettazione e la gestione degli edifici integrati con servizi e sistemi telematici" come ausili per la riabilitazione dei disabili.

Un altro aspetto importante nelle applicazioni domotiche è la cosidetta "safety & security", cioè il miglioramento del livello di sicurezza attraverso l'automazione di quei controlli predisposti alla gestione delle principali fonti di pericolo di un'abitazione (ad es. prevenzione di incendi, fughe di gas, intrusioni, etc…). L'eliminazione di questi fattori di rischio risulta ancor più apprezzabile se si considera che, statisticamente, l'ambiente domestico è spesso il teatro di molti incidenti di entità rilevante.

Ancora, l'impiego della domotica può contribuire significativamente a ridurre i consumi energetici, consentendo forme di risparmio e l'eliminazione degli sprechi attraverso il controllo automatico e ottimizzato degli impianti di riscaldamento, condizionamento e ventilazione (ad es. disattivazione dell'impianto in caso di apertura delle finestre, temperatura ambiente differenziata nelle varie stanze dell'abitazione a seconda dell'uso o della presenza o meno delle persone, pianificazione dei carichi energetici in accordo ai profili temporali delle tariffe in vigore).

La domotica comporta anche la necessità di rivedere la progettazione architettonica degli edifici. Così come nel passato si sono dovuti integrare negli edifici gli impianti che via via si aggiungevano nell'utilizzo quotidiano: l'impianto idrico, quello elettrico, quello telefonico, etc., adesso bisogna adattarlo alle esigenze della domotica.  La tecnologia wireless però può semplificare problemi che nel passato le altre tecnologie avevano fatto sorgere.
 

Costruzioni più sicure grazie alle fibre ottiche, oppure ai wsn (wireless sensor network) i cui dispositivi non sono invasivi e superano di poco le dimensioni di un pacchetto di sigarette dal quale possono spuntare insolite antenne (vedi immagine) e che sono trasmettitori che custodiscono microcomputer di pochi centimetri quadrati capaci di collegarsi via radio all’unità centrale e alle altre scatole nere per fornire in tempo reale un sacco di informazioni su stabilità, vibrazioni, eventuali movimenti, ma anche infiltrazioni di acqua.

Strutture “intelligenti”, capaci di monitorare il proprio stato di salute e di prevenire i crolli e i dissesti. Questi gli scenari avveniristici che prospettano le nuove tecnologie di monitoraggio strutturale e che rappresentano la forma più avanzata di simbiosi tra conoscenza teorica dei fenomeni da una parte e utilizzo di tecniche di misura di registrazione, di trasmissione e elaborazione dei segnali, dall’altra. Il monitoraggio strutturale sottintende un’operazione di controllo e di sorveglianza in tempo reale di un fenomeno attraverso la misura di parametri fisico-meccanici che descrivono l’iterazione tra l’ambiente e le variabili di stato dell’oggetto che si intende studiare. Questa tecnica è ritenuta oggi l’elemento cardine di una nuova cultura che si potrebbe definire dello “sperimentare per conoscere” che si sta affiancando alla cultura tradizionale del “conoscere per progettare” che è propria dell’ingegnere. Al momento è difficile pensare che Regione e/o Governo nazionale facciano propria l'idea di un monitoraggio così avanzato del patrimonio edilizio e delle infrastrutture logistiche, seppure potrebbe dimostrarsi essere utile da un punto di vista economico e con una significativa importanza sociale. Bisogna ancora risolvere i problemi connessi al semplice adeguamento anstisismico delle strutture, nuove o esistenti!

All'Università della Calabria si sta valutando da tempo la possibilità di realizzare un edificio destinato alla ricerca oppure a residenza studentesca o ancora a foresteria, ecocompatibile, a basso consumo energetico (se non addirittura generatore di energia), con elevata protezione antisismica ottenuta mediante l'utilizzo degli ultimi ritrovati in campo di dissipatori e di isolatori antisismici, dotato di tutti i sistemi automatici propri della domotica, che faciliti il suo utilizzo da parte di soggetti disabili, fino a giungere all'adozione di sistemi di monitoraggio ed autodiagnosi strutturale permanenti. Difficile realiizzarlo con gli usuali appalti pubblici. La collaborazione con le associazioni degli industriali (edilizia, impiantistica, etc.) magari coordinata nell'ambito dello sviluppo di un progetto di ricerca nazionale od europeo potrebbe consentire il raggiungimento dell'obiettivo. Non parliamo, poi, dell'utilizzo di fondi europei a disposizione della Ente Regione. Le capacità e le competenze ci sono sicuramente, anche se distribuite su vari Dipartimenti. Potrebbe essere un utile esempio di collaborazione e di innovazione per l'intera Calabria.

sabato 1 maggio 2010

Museo del Presente dedica mostra a Silvio Vigliaturo


A partire da sabato 8 maggio 2010, il Museo del Presente di Rende (Cs) dedicherà un’esaustiva personale all’artista e maestro del vetro Silvio Vigliaturo. La mostra – curata da Luca Beatrice –, proponendosi di essere una materializzazione delle riflessioni sviluppate da Vigliaturo su alcuni aspetti della realtà contemporanea, si dispiega in blocchi di pensiero sorretti e collegati da una categoria centrale: la Mescolanza. Le maestose e colorate sculture in vetro fungono dunque da vettori di messaggi appassionati che l’artista indirizza allo spettatore per svegliarlo alla vita, ad una presa di coscienza, perché anch’egli assuma una posizione intellettuale di fronte alla realtà che lo circonda e che troppo spesso viene recepita come un opaco marasma di informazioni, ininterrotto e intorpidente. Il fervore teorico di Vigliaturo è fatto di una minuziosa analisi che si trasforma in sintesi artistica supportata da un’imprescindibile maestria pratica – risultato anch’essa di una mescolanza, in questo caso di tecniche sviluppate in trent’ anni di entusiasmata ricerca: dalla preparazione a freddo degli ossidi, alla metamorfosi dei forni, all’inserimento nel vetro della foglia d’oro, fino all’uso unico della soffiatura intesa a dare vita al disegno, alle sembianze dei volti, a vuoti di densità nella materia. La Mescolanza viene declinata in una serie di opere che spesso prendono le sembianze dei personaggi, reali o mitici, dell’antica Grecia.

Mostra: SILVIO VIGLIATURO. MESCOLANZE
Curatore: Luca Beatrice
Luogo: Museo del Presente - Via Nicolaj Lenin, 87036, Rende (Cs)
Vernissage: Sabato 8 maggio 2010 ore 18:00
Periodo: dall’8 maggio al 27 giugno 2010
Orario Mostra: dalle 09.00 alle 19.00, chiuso il lunedì
info: Tel. 0984 462493- 22067
sito web: www.vigliaturo.com
catalogo: Alzani Editore, a cura di Luca Beatrice, testi di Andrea Rodi