Alla luce dell’incontro tenutosi il 31/05/2010 a Palazzo Campanella tra i partecipanti del Programma Stages 2008 ed alcuni esponenti dell’esecutivo, incontro da cui sarebbe emersa “un’apertura con tanti se e numerosi ma (Calabria Ora – Natale Iracà)” circa l’opportunità di concedere a noi giovani superlaureati un’occasione di continuità, vorremmo chiarire alcuni aspetti ai detrattori del Programma che si ostinano ad identificarlo con un “ramo secco” da tagliare.
E’ paradossale associare gente come noi allo spreco di danaro pubblico. In una Italia contraddistinta da superstipendi di politici a vario titolo, accompagnati da vitalizi, privilegi e benefici, investimenti inutili, strutture costruite ma mai operative, costi della giustizia, sprechi e assenza di controlli sugli uffici pubblici e sui dispositivi medici (potremmo continuare all’infinito…!), una maglia nera saremo noi? Noi che in questi mesi abbiamo lavorato tantissimo e bene, come dimostrano tutta una serie di lettere di elogio al nostro operato da parte di Amministratori, Sindaci, Presidenti di Provincia e le relazioni valutative dei funzionari dai quali siamo stati affiancati. Noi che abbiamo anche svolto una progettazione seria (ampiamente documentabile), dal momento che ogni partecipante al Programma ha avuto l’incarico di elaborare un modello innovativo per la P.A., e che abbiamo contribuito notevolmente a migliorare la qualità degli Enti Locali nei quali siamo stati allocati.
Pertanto, in una Calabria che ha fatto da sempre del mero assistenzialismo la sua ragion d’essere, e che non è stata mai capace di comprendere che lo sviluppo economico dipende dalla qualità del capitale umano, saremmo noi lo “sperpero del denaro pubblico”? Sicuramente presto lo diventeremo se effettivamente il nostro Programma non avrà un seguito, perché su noi si è investito in termini economici notevoli, e, costringendoci ad emigrare, la Calabria esporterebbe capitali economici ed intellettuali senza averne alcun ritorno utile, a tutto vantaggio dei territori che godrebbero dei benefici del nostro sapere e talento.
Ogni partecipante a questo Programma è un giovane volenteroso, supertitolato, degno di rispetto e di ammirazione, un giovane che in questi mesi si è trovato anche a dover sopperire a dipendenti pubblici assenti sul posto di lavoro, fannulloni, improduttivi, demotivati e non qualificati.
Noi chiediamo opportunità, non ci interessa la forma, se privata o pubblica, spetta alle istituzioni trovare il modo, certo è che nella Repubblica che i nostri padri costituenti vollero fondata sul lavoro, è ridicolo anche solo pensare che tocchi a noi sollevare queste questioni che andrebbero risolte dai politici senza battere ciglio.
Il 19 maggio scorso in Consiglio Regionale è stato approvato, con 23 voti favorevoli e 18 contrari, il Programma di Governo 2010-2015 targato Scopelliti. Il Governatore, partendo dal presupposto che il suo programma non potrebbe essere diverso da quello che ha avuto il sostegno e l’approvazione degli elettori, ha continuato a ribadire, come già fatto ampiamente durante la campagna elettorale, che “la riduzione dell’offerta occupazionale ha, rallentato l’ingresso stabile dei giovani nel mondo del lavoro, favorendo la diffusione di forme di occupazione precaria clientelare e la ripresa della emigrazione verso altre regioni”, ha parlato “di disoccupazione giovanile in Calabria con la percentuale più alta nel panorama europeo”, di “necessità di riformare una pubblica amministrazione lenta ed inefficiente”.
Stante questa linea programmatica, noi ci chiediamo come il “nuovo corso” della politica calabrese annunciato dal nostro Presidente possa prescindere dall’impiego dei superlaureati del Programma Stages, che sono prontissimi a mettersi a disposizione della loro Regione, se solo gli fosse data un’opportunità concreta.
In una società come quella del Mezzogiorno, dove l’assenza di “merito” incancrenisce ogni articolazione della vita sociale e svilisce aspirazioni, competenze, passioni e idee, quale politico, indipendentemente dalle ideologie professate, potrebbe essere pregiudizialmente ostile verso questo termine? Ai posteri l’ardua sentenza.
Pertanto, in una Calabria che ha fatto da sempre del mero assistenzialismo la sua ragion d’essere, e che non è stata mai capace di comprendere che lo sviluppo economico dipende dalla qualità del capitale umano, saremmo noi lo “sperpero del denaro pubblico”? Sicuramente presto lo diventeremo se effettivamente il nostro Programma non avrà un seguito, perché su noi si è investito in termini economici notevoli, e, costringendoci ad emigrare, la Calabria esporterebbe capitali economici ed intellettuali senza averne alcun ritorno utile, a tutto vantaggio dei territori che godrebbero dei benefici del nostro sapere e talento.
Ogni partecipante a questo Programma è un giovane volenteroso, supertitolato, degno di rispetto e di ammirazione, un giovane che in questi mesi si è trovato anche a dover sopperire a dipendenti pubblici assenti sul posto di lavoro, fannulloni, improduttivi, demotivati e non qualificati.
Noi chiediamo opportunità, non ci interessa la forma, se privata o pubblica, spetta alle istituzioni trovare il modo, certo è che nella Repubblica che i nostri padri costituenti vollero fondata sul lavoro, è ridicolo anche solo pensare che tocchi a noi sollevare queste questioni che andrebbero risolte dai politici senza battere ciglio.
Il 19 maggio scorso in Consiglio Regionale è stato approvato, con 23 voti favorevoli e 18 contrari, il Programma di Governo 2010-2015 targato Scopelliti. Il Governatore, partendo dal presupposto che il suo programma non potrebbe essere diverso da quello che ha avuto il sostegno e l’approvazione degli elettori, ha continuato a ribadire, come già fatto ampiamente durante la campagna elettorale, che “la riduzione dell’offerta occupazionale ha, rallentato l’ingresso stabile dei giovani nel mondo del lavoro, favorendo la diffusione di forme di occupazione precaria clientelare e la ripresa della emigrazione verso altre regioni”, ha parlato “di disoccupazione giovanile in Calabria con la percentuale più alta nel panorama europeo”, di “necessità di riformare una pubblica amministrazione lenta ed inefficiente”.
Stante questa linea programmatica, noi ci chiediamo come il “nuovo corso” della politica calabrese annunciato dal nostro Presidente possa prescindere dall’impiego dei superlaureati del Programma Stages, che sono prontissimi a mettersi a disposizione della loro Regione, se solo gli fosse data un’opportunità concreta.
In una società come quella del Mezzogiorno, dove l’assenza di “merito” incancrenisce ogni articolazione della vita sociale e svilisce aspirazioni, competenze, passioni e idee, quale politico, indipendentemente dalle ideologie professate, potrebbe essere pregiudizialmente ostile verso questo termine? Ai posteri l’ardua sentenza.
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