da sito ilvelino.it
Reggio Calabria, 24 mag (Il Velino) - La posizione favorevole rispetto alla realizzazione del Ponte, assunta del Rettore dell'Università 'Mediterranea' di Reggio Calabria, Massimo Giovannini durante il convegno di Catania di venerdì scorso, ha provocato un vero e proprio terremoto nell'ateneo reggino, dove è in corso una dura campagna elettorale proprio per il rettorato con, in corsa, ben 5 candidati. Uno di questi, Enrico Costa, ha polemizzato ironicamente con Giovannini, candidato anch'esso: "E' la sua famosa coerenza", ha commentato.
Ma la posizione dell'attuale rettore ha suscitato molte perplessità: da Roma è intervenuto addirittura Alessandro Bianchi, ex rettore dell'Università di Reggio e già Ministro ai Trasporti del governo Prodi 2006-2008, quando esordì il giorno del giuramento da Ministro dicendo che avrebbe subito bloccato l'iter di realizzazione del Ponte. Bianchi, a Reggio, è stato il principale protagonista della stagione di militanza no-pontista dell'ateneo, poi proseguita anche dopo di lui proprio sulle basi ideologiche che aveva dato all'Università: "mi sono espresso molte volte sull'argomento, - ha detto Bianchi - a partire dal 1982, con la pubblicazione del libro "L'attraversamento dello Stretto", fino a qualche giorno fa presentando il libro, molto ben documentato, dell'Editore Mancosu "Il Ponte sullo Stretto, assumendo una posizione che non è affatto legata ad un "pregiudizio" bensì ad un "giudizio" molto ponderato, che discende da studi multisettoriali, documentati e approfonditi. Nei prossimi giorni tornerò ancora sulla questione, dato che la pluriennale e poderosa azione di pressione da parte della Società dello Stretto (ora un unico grumo con l'ANAS) sembra stia facendo breccia anche laddove le responsabilità istituzionali dovrebbero prevalere su ogni forma di interesse e il sapere scientifico dovrebbe evitare ogni forma di subordinazione culturale e politica".
Non s'è fatta attendere la contro-risposta di Giovannini, che ha ulteriormente precisato le ragioni di questa posizione: "Ritengo personalmente, e non a nome dell’Ateneo a cui appartengo, che la necessità delle infrastrutture, debba essere priva di qualsiasi connotazione politica; chiunque ritiene che il Sud ne sia oggettivamente carente. Ritengo, comunque, che parlare del Ponte, al di là della sua priorità e della fattibilità, sia un’opportunità che abbiamo per riportare l’attenzione sulla questione meridionale. Del Ponte si sta attualmente parlando anche in contesti relativamente distanti dall’immediata realtà del territorio effettivamente coinvolto. Da tempo l’area dello Stretto è oggetto di studi documentati da parte della Mediterranea su una sua eventuale conurbazione sia un presenza che in assenza del Ponte, un laboratorio di sperimentazioni fisiche e culturali, economiche e sociali. La Mediterranea è e vuole essere della partita per giocare, sui tavoli scientifici, assieme a Messina, un ruolo strategico potendo contare sulle specifiche competenze presenti nelle sue facoltà, nei suoi dipartimenti. Infine, a proposito di colonizzatori e colonizzati vi confesso di essere stato felicemente sedotto dall’Ateneo di Reggio, nel quale senza soluzioni di continuità, lavoro fin dai primi anni ’70". Un dibattito, probabilmente, destinato a durare a lungo e ad infiammare anche il prosieguo di questa campagna elettorale accademica.
Ma la posizione dell'attuale rettore ha suscitato molte perplessità: da Roma è intervenuto addirittura Alessandro Bianchi, ex rettore dell'Università di Reggio e già Ministro ai Trasporti del governo Prodi 2006-2008, quando esordì il giorno del giuramento da Ministro dicendo che avrebbe subito bloccato l'iter di realizzazione del Ponte. Bianchi, a Reggio, è stato il principale protagonista della stagione di militanza no-pontista dell'ateneo, poi proseguita anche dopo di lui proprio sulle basi ideologiche che aveva dato all'Università: "mi sono espresso molte volte sull'argomento, - ha detto Bianchi - a partire dal 1982, con la pubblicazione del libro "L'attraversamento dello Stretto", fino a qualche giorno fa presentando il libro, molto ben documentato, dell'Editore Mancosu "Il Ponte sullo Stretto, assumendo una posizione che non è affatto legata ad un "pregiudizio" bensì ad un "giudizio" molto ponderato, che discende da studi multisettoriali, documentati e approfonditi. Nei prossimi giorni tornerò ancora sulla questione, dato che la pluriennale e poderosa azione di pressione da parte della Società dello Stretto (ora un unico grumo con l'ANAS) sembra stia facendo breccia anche laddove le responsabilità istituzionali dovrebbero prevalere su ogni forma di interesse e il sapere scientifico dovrebbe evitare ogni forma di subordinazione culturale e politica".
Non s'è fatta attendere la contro-risposta di Giovannini, che ha ulteriormente precisato le ragioni di questa posizione: "Ritengo personalmente, e non a nome dell’Ateneo a cui appartengo, che la necessità delle infrastrutture, debba essere priva di qualsiasi connotazione politica; chiunque ritiene che il Sud ne sia oggettivamente carente. Ritengo, comunque, che parlare del Ponte, al di là della sua priorità e della fattibilità, sia un’opportunità che abbiamo per riportare l’attenzione sulla questione meridionale. Del Ponte si sta attualmente parlando anche in contesti relativamente distanti dall’immediata realtà del territorio effettivamente coinvolto. Da tempo l’area dello Stretto è oggetto di studi documentati da parte della Mediterranea su una sua eventuale conurbazione sia un presenza che in assenza del Ponte, un laboratorio di sperimentazioni fisiche e culturali, economiche e sociali. La Mediterranea è e vuole essere della partita per giocare, sui tavoli scientifici, assieme a Messina, un ruolo strategico potendo contare sulle specifiche competenze presenti nelle sue facoltà, nei suoi dipartimenti. Infine, a proposito di colonizzatori e colonizzati vi confesso di essere stato felicemente sedotto dall’Ateneo di Reggio, nel quale senza soluzioni di continuità, lavoro fin dai primi anni ’70". Un dibattito, probabilmente, destinato a durare a lungo e ad infiammare anche il prosieguo di questa campagna elettorale accademica.
(Peppe Caridi) 24 mag 2010 09:31
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