da sito archiportale.com
03/06/2010 – Si chiama CASA ZERO ENERGY ed è il risultato del progetto di ricerca messo a punto da Gruppo Polo Le Ville Plus e dal Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università degli Studi di Trento. Si tratta della casa “intelligente” recentemente inaugurata in Friuli Venezia Giulia. Il taglio del nastro giunge dopo il Premio Innovazione di Legambiente 2009, e la presentazione del progetto al convegno “Sustainable Building” ospitato a Melbourne, in Australia.
Casa Zero Energy è un’abitazione di 450 metri quadrati, autosufficiente dal punto di vista energetico ed autonoma nella gestione degli impianti. Non è allacciata alla rete del gas metano, non utilizza nessun tipo di energia proveniente da fonti non rinnovabili e auto-produce energia da fonti alternative e non inquinanti come pannelli solari, fotovoltaici e pompa di calore.
Il progetto – spiega il prof. Antonio Frattari, responsabile del Laboratorio di Progettazione Edilizia del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università degli studi di Trento – nasce come prototipo su cui sviluppare sperimentazioni finalizzate a:
- istituire un laboratorio operante sul territorio che fornisca risultati ripetibili ed un’impostazione metodologica per la misurazione del risparmio energetico ottenibile da un impianto di gestione e controllo attraverso l’utilizzo di dispositivi domotici;
- verificare le potenzialità di un sistema di controllo e gestione tanto nella regolazione delle condizioni microclimatiche ambientali interne quanto dell’illuminazione perché vengano garantite le condizioni di benessere ottimali per la presenza umana;
- quantificare il contributo di una regolazione domotica dell’impianto di illuminazione, schermatura e termoregolazione per la riduzione al minimo dell’impegno energetico;
- verificare l’utilità e l’effettivo utilizzo di scenari per l’uso flessibile di sistemi solari passivi automatizzati.
La casa è posizionata verso il lato nord del suolo, in modo da lasciare il maggior spazio possibile a sud per il giardino e per gli spazi interni più vissuti come soggiorno, cucina, camere da letto. La facciata sud ha un’ampia vetrata che fa entrare luce e calore d’inverno e che viene schermata d’estate per evitare il surriscaldamento. La facciata nord invece presenta una serie di finestrature di piccole dimensioni che d’estate garantiscono la ventilazione notturna.
Tutta l’acqua piovana viene raccolta in un’apposita vasca dotata di un sistema di filtraggio e viene utilizzata per l’acqua degli scarichi del WC, per la lavatrice, per l’irrigazione dell’orto e del giardino e per l’acqua del laghetto balneabile.
Il sistema costruttivo utilizzato è stato brevettato da Gruppo Polo Le Ville Plus, che utilizza una struttura portante di travi e pilastri in legno lamellare di grossa sezione, tagliati su misura, sagomati e assemblati in cantiere mediante collegamenti ad incastro che agiscono per contatto o mediante carpenterie. Tale sistema sfrutta la flessibilità e la capacità di dissipazione di energia del legno:l’uso di collegamenti metallici con piastre e perni a scomparsa ne abbatte la fragilità, mentre la capacità elastica conferisce al sistema portante dell’edificio una buona capacità dissipativa e garantisce la massima continuità strutturale antisismica.
Le pareti sono “leggere”, realizzate da pannelli in legno ed elementi isolanti. Verso l’interno hanno un isolamento in fibra di legno naturale, mentre nella parte esterna sono interamente ricoperte dal rivestimento in sughero, il miglior isolante in natura.
Non solo rispetto per l’ambiente (non si è utilizzato alcun trattamento o vernice tossica), ma anche attenzione nella scelta dei materiali, cui è stato attribuito il compito di portare la natura dentro casa. La resina del pavimento, realizzata con pigmenti naturali, ricorda il colore scuro della terra. I sei tronchi che “abitano” la zona living (in legno lamellare di abete) ricreano un bosco “domestico” diventando scenografia d’effetto.
Pareti verdi evocano il verde dei campi di granoturco che circondano la casa e che in tal modo
sembrano prolungarsi all’interno.
Parte della copertura di Casa Zero Energy è realizzata con tetto verde: verso sud è un giardino sospeso vero e proprio, mentre nella parte rivolta a nord sono state scelte piante verdi meno bisognose di sole e a crescita lenta.
Il sistema domotico consente all’abitazione di percepire le variazioni di luminosità, temperatura,
umidità, e quindi attivare in modo autonomo l’accensione e la regolazione di riscaldamento, climatizzazione, apertura e chiusura degli infissi. Sul tetto è inoltre posizionata una centralina di captamento meteorologico che invia i dati direttamente al centro di controllo della casa che è in grado di autogovernarsi in base alle condizioni atmosferiche e alla programmazione scelta.
Al fine di stabilire una continuità con la tradizione architettonica del territorio friulano, sono state scelte finiture a km zero, materiali cioè locali, ma soprattutto prodotti “grezzi”che richiedono meno lavorazioni industriali possibili, nonché recupero di elementi di scarto. Il tetto è stato ad esempio realizzato coi tradizionali “coppi” fatti a mano delle case friulane di un tempo; i vecchi mattoni artigianali dell’ingresso principale o i pietroni del percorso pedonale sono invece scarti della lavorazione della pietra piasentina della zona di Cividale del Friuli.
La casa, abitata da 4 persone, verrà monitorata per 12 mesi in remoto dal Laboratorio di Progettazione Edilizia del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università degli studi di Trento per analizzare il comportamento dell’edificio e delle tecnologie applicate.
03/06/2010 – Si chiama CASA ZERO ENERGY ed è il risultato del progetto di ricerca messo a punto da Gruppo Polo Le Ville Plus e dal Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università degli Studi di Trento. Si tratta della casa “intelligente” recentemente inaugurata in Friuli Venezia Giulia. Il taglio del nastro giunge dopo il Premio Innovazione di Legambiente 2009, e la presentazione del progetto al convegno “Sustainable Building” ospitato a Melbourne, in Australia.
Casa Zero Energy è un’abitazione di 450 metri quadrati, autosufficiente dal punto di vista energetico ed autonoma nella gestione degli impianti. Non è allacciata alla rete del gas metano, non utilizza nessun tipo di energia proveniente da fonti non rinnovabili e auto-produce energia da fonti alternative e non inquinanti come pannelli solari, fotovoltaici e pompa di calore.
Il progetto – spiega il prof. Antonio Frattari, responsabile del Laboratorio di Progettazione Edilizia del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università degli studi di Trento – nasce come prototipo su cui sviluppare sperimentazioni finalizzate a:
- istituire un laboratorio operante sul territorio che fornisca risultati ripetibili ed un’impostazione metodologica per la misurazione del risparmio energetico ottenibile da un impianto di gestione e controllo attraverso l’utilizzo di dispositivi domotici;
- verificare le potenzialità di un sistema di controllo e gestione tanto nella regolazione delle condizioni microclimatiche ambientali interne quanto dell’illuminazione perché vengano garantite le condizioni di benessere ottimali per la presenza umana;
- quantificare il contributo di una regolazione domotica dell’impianto di illuminazione, schermatura e termoregolazione per la riduzione al minimo dell’impegno energetico;
- verificare l’utilità e l’effettivo utilizzo di scenari per l’uso flessibile di sistemi solari passivi automatizzati.
La casa è posizionata verso il lato nord del suolo, in modo da lasciare il maggior spazio possibile a sud per il giardino e per gli spazi interni più vissuti come soggiorno, cucina, camere da letto. La facciata sud ha un’ampia vetrata che fa entrare luce e calore d’inverno e che viene schermata d’estate per evitare il surriscaldamento. La facciata nord invece presenta una serie di finestrature di piccole dimensioni che d’estate garantiscono la ventilazione notturna.
Tutta l’acqua piovana viene raccolta in un’apposita vasca dotata di un sistema di filtraggio e viene utilizzata per l’acqua degli scarichi del WC, per la lavatrice, per l’irrigazione dell’orto e del giardino e per l’acqua del laghetto balneabile.
Il sistema costruttivo utilizzato è stato brevettato da Gruppo Polo Le Ville Plus, che utilizza una struttura portante di travi e pilastri in legno lamellare di grossa sezione, tagliati su misura, sagomati e assemblati in cantiere mediante collegamenti ad incastro che agiscono per contatto o mediante carpenterie. Tale sistema sfrutta la flessibilità e la capacità di dissipazione di energia del legno:l’uso di collegamenti metallici con piastre e perni a scomparsa ne abbatte la fragilità, mentre la capacità elastica conferisce al sistema portante dell’edificio una buona capacità dissipativa e garantisce la massima continuità strutturale antisismica.
Le pareti sono “leggere”, realizzate da pannelli in legno ed elementi isolanti. Verso l’interno hanno un isolamento in fibra di legno naturale, mentre nella parte esterna sono interamente ricoperte dal rivestimento in sughero, il miglior isolante in natura.
Non solo rispetto per l’ambiente (non si è utilizzato alcun trattamento o vernice tossica), ma anche attenzione nella scelta dei materiali, cui è stato attribuito il compito di portare la natura dentro casa. La resina del pavimento, realizzata con pigmenti naturali, ricorda il colore scuro della terra. I sei tronchi che “abitano” la zona living (in legno lamellare di abete) ricreano un bosco “domestico” diventando scenografia d’effetto.
Pareti verdi evocano il verde dei campi di granoturco che circondano la casa e che in tal modo
sembrano prolungarsi all’interno.
Parte della copertura di Casa Zero Energy è realizzata con tetto verde: verso sud è un giardino sospeso vero e proprio, mentre nella parte rivolta a nord sono state scelte piante verdi meno bisognose di sole e a crescita lenta.
Il sistema domotico consente all’abitazione di percepire le variazioni di luminosità, temperatura,
umidità, e quindi attivare in modo autonomo l’accensione e la regolazione di riscaldamento, climatizzazione, apertura e chiusura degli infissi. Sul tetto è inoltre posizionata una centralina di captamento meteorologico che invia i dati direttamente al centro di controllo della casa che è in grado di autogovernarsi in base alle condizioni atmosferiche e alla programmazione scelta.
Al fine di stabilire una continuità con la tradizione architettonica del territorio friulano, sono state scelte finiture a km zero, materiali cioè locali, ma soprattutto prodotti “grezzi”che richiedono meno lavorazioni industriali possibili, nonché recupero di elementi di scarto. Il tetto è stato ad esempio realizzato coi tradizionali “coppi” fatti a mano delle case friulane di un tempo; i vecchi mattoni artigianali dell’ingresso principale o i pietroni del percorso pedonale sono invece scarti della lavorazione della pietra piasentina della zona di Cividale del Friuli.
La casa, abitata da 4 persone, verrà monitorata per 12 mesi in remoto dal Laboratorio di Progettazione Edilizia del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università degli studi di Trento per analizzare il comportamento dell’edificio e delle tecnologie applicate.
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