Il Senato Accademico dell’Università degli Studi “Mediterranea” di Reggio Calabria, riunito in via straordinaria in data 30 giugno 2010, esaminati con attenzione i contenuti dei recenti provvedimenti governativi riguardanti l’Università, quali il Disegno di Legge 1905 e la Manovra Finanziaria, ne evidenzia i seguenti aspetti critici:
· Il mantenimento dei tagli previsti dalla Legge 133/2008 che porterà nel prossimo futuro la maggior parte degli Atenei statali italiani al commissariamento.
· Il sospetto di un progetto politico orientato alla demolizione dell’università pubblica, in particolare delle università meridionali.
· L’iniquità dei tagli alle retribuzioni dei docenti universitari, discriminati rispetto ad altre categorie del pubblico impiego. Tali tagli pesano quasi per intero sui docenti ad inizio carriera, già penalizzati da una elevata età media di ingresso in ruolo e da stipendi decisamente inferiori alla media europea.
· Un quadro generale che vede l’Università sempre più soggetta ad attacchi concentrici e tendenti a ridimensionarne la funzione di Università pubblica. In particolare il Disegno di Legge Gelmini in discussione in Parlamento prevede organi di governo verticistici e una presenza eccessiva di esterni, un eccessivo potere dei Rettori e dei Consigli di Amministrazione rispetto ai Senati Accademici, una riduzione degli spazi di democrazia, la creazione di ulteriore precariato con l’istituzione dei ricercatori a tempo determinato; esso non prevede invece alcuna normativa per riconoscere la funzione docente degli attuali ricercatori.
Sulla base di tale analisi, il Senato Accademico:
ritiene che nessuna efficace riforma universitaria possa essere effettuata “a costo zero”, per giunta in presenza di un insieme di disposizioni penalizzanti per gli Atenei quali la riduzione del FFO, le limitazioni nel ricambio del personale docente e non docente, il blocco degli incrementi stipendiali previsto dalla manovra finanziaria recentemente decretata dal governo;
auspica che la nuova legge di riforma salvaguardi il ruolo cruciale dell’Università pubblica, quale sede principale della ricerca scientifica e della trasmissione dei saperi, per lo sviluppo e la crescita della nazione;
ritiene che gli organi di governo dell’Ateneo debbano essere coerenti con tali caratteristiche e debbano essere ispirati ad una reale autonomia e rispettosi del principio di rappresentatività delle varie componenti accademiche, con organi deliberanti in cui siano garantiti la discussione e il confronto delle opinioni;
fa proprie le sollecitazioni più volte espresse dalla CRUI a favore di un nuovo piano di reclutamento nazionale con tempi e ritmi certi, fondato sul merito e capace di rispondere alle crescenti necessità di rinnovamento generazionale del sistema universitario;
ritiene che la legge di riforma debba contemplare una ridefinizione dello stato giuridico dei ricercatori e garantire, a quanti di essi abbiano conseguito un giudizio di idoneità concorsuale o un’abilitazione nazionale, il transito nella fascia superiore della docenza attraverso lo stanziamento di risorse finanziarie a ciò finalizzate;
auspica per la nuova figura di ricercatore a tempo determinato un reale percorso di tenure track che preveda, dopo il conseguimento di un'idoneità nazionale alla docenza, l'obbligo dell'ateneo d'inquadrarlo come professore associato, onde evitare la costituzione di una nuova forma di precariato senza garanzie di sbocco;
rivolge un appello a tutte le componenti accademiche affinché vengano fatti tutti gli sforzi necessari per superare con coesione questo momento difficile per l'Università;
chiede che la manovra venga ridimensionata come segue :
• Venga abolito il blocco degli scatti biennali e delle conferme in ruolo e, in subordine, adottata una normativa come quella prevista per i magistrati, o il meccanismo proposto dalla CRUI.
• Sia previsto, a fine triennio, un meccanismo di recupero dei miglioramenti mancati in virtù del blocco dei contratti nella Pubblica Amministrazione
• Venga ripristinata la metodologia di calcolo della liquidazione e il pagamento in tre anni delle liquidazioni venga limitato al solo triennio 2011-2013
Il Senato Accademico decide, altresì, all’unanimità di:
- Dichiarare lo stato di agitazione fino alla conclusione dei lavori parlamentari di approvazione del Decreto Legge.
- Diffondere sulla stampa nazionale le proprie posizioni.
- Intraprendere fin da subito azioni di particolare incisività per sensibilizzare l’opinione pubblica locale.
- Aderire alla giornata di protesta nazionale del primo luglio 2010.
- Indire una giornata di protesta per il sei luglio 2010 e sostituire la pagina principale del sito web dell’Ateneo con una pagina relativa allo stato di agitazione.
- Chiedere al CORUC (Comitato Regionale Universitario di Coordinamento della Calabria) di associarsi allo stato di agitazione al fine di estendere a tutte le Università della Regione Calabria l’adesione alla giornata di protesta del sei luglio 2010.
- Chiedere alle Università del Sud di associarsi allo stato di agitazione al fine di estendere a tutte le Università del Meridione l’adesione alla giornata di protesta del sei luglio 2010.
- Richiedere l’immediata convocazione della CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane) al fine di estendere a tutte le Università italiane la giornata di protesta del sei luglio 2010.
- Invitare tutte le Organizzazioni Nazionali Universitarie ad una giornata di protesta per il sei luglio 2010.
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