Un dovere civico, perché il paese ha bisogno di entrare nel futuro
di Filippo Rossi ( da www.Ffwebmagazine.it )
Nessuna trattativa con Silvio Berlusconi. Sto scrivendo queste poche righe di getto, con l’impeto di chi ha la memoria che corre a questi ultimi mesi di polemiche politiche.
Nessuna trattativa con chi, un bel giorno, ha deciso di cacciare il cofondatore di un partito che doveva essere liberale ed è diventato totalitario. Nessuna trattativa con chi ha sguinzagliato i suoi “bravi” a mezzo stampa per massacrare mediaticamente l’avversario. Con chi ha trasformato il dibattito politico in un’ordalia medievale. Nessuna trattativa con chi è convinto che le istituzioni siano un affare privato. E che un partito possa essere proprietà privata.
Nessuna trattativa che chi crede che la democrazia sia qualcosa che si possa manovrare a piacimento. Con chi pretende solo sudditanza e obbedienza. Con chi paga invece di convincere.
Nessuna trattativa con chi ha trasformato l’Italia in uno zimbello mondiale. Nessuna trattativa con chi dice che "Putin è un dono di Dio" e trasforma il suo paese nel parco giochi di Gheddafi.
Nessuna trattativa con chi pensa che la politica sia un jingle pubblicitario. Nessuna trattativa con chi ha distrutto la speranza di una destra moderna, laica ed europea. Nessuna trattativa con che si atteggia a salvatore della patria e invece ha tradito il sogno degli italiani nel riscatto nazionale. Nessuna trattativa con chi cerca di comprare il consenso. Con chi usa i suoi manganelli mediatici per sbattere il traditore in prima pagina.
Nessuna trattativa con chi ha detto che Eluana Englaro poteva avere ancora figli. Con chi va in giro a fare le corna e il dito medio, o a dire barzellette con bestemmia finale. Con chi pensa ancora che esistano i comunisti. Con chi pensa che un mafioso possa essere un eroe. Nessuna trattativa con chi ha attaccato Roberto Saviano. Nessuna trattativa con s’inventa di avere il consenso della maggioranza degli italiani. Nessuna trattativa con Silvio Berlusconi.
Nessuna trattativa. È un dovere civico. E patriottico. Perché l’Italia ha bisogno di altro. Ha bisogno di fare finalmente un passo avanti. Ed entrare nel futuro.
11 dicembre 2010
Nessun commento:
Posta un commento