giovedì 16 dicembre 2010

dalla traduzione simultanea del discorso di Berlusconi al Parlamento

Il discorso di Silvio  in italiano corrente
di Sergio Talamo ( da www.Ffwebmagazine.it )

Grazie al nostro pool di glottologi della politica, specializzato nell’interpretare il linguaggio marziano di alcuni nostri passaggi parlamentari, siamo in grado di offrire in tempo reale la traduzione simultanea del discorso di Silvio Berlusconi al Senato.

Una premessa, però, è doverosa: al di là di come finirà la conta, Silvio si conferma un grandissimo artista. La sua rappresentazione dei fatti di questi mesi è simile a una fiction del sabato sera, con lui nelle vesti del carabiniere che impone l’ordine pubblico o del prete che con pazienza riporta i ragazzi sbandati all’ovile.

A uso e consumo dei posteri che potrebbero pensare che il 13-14 dicembre 2010 il Parlamento italiano si riunì senza motivo e in preda al fuoco di Sant’Antonio, riportiamo il discorso per punti nelle due versioni.

Berlusconese doc

1)     La maggioranza è forte, appena increspata dalle ambizioni personali di un manipolo di traditori. Perché siamo qui a perdere tempo, allora, con tante cose che abbiamo da fare? Solo per liquidare con un voto i guastatori della pace nazionale.
2)     Ma i voti ce li abbiamo e quindi niente paura.
3)     La crisi è da irresponsabili, roba da Prima Repubblica mentre noi siamo i famosi uomini maturi e ponderati della Seconda.
4)     Il Pdl? È sereno e compatto.
5)     È davvero una vergogna che un deputato cambi casacca, ma noi siamo qui per denunciare tali misfatti al popolo sovrano.
6)     Il governo ha operato benissimo perché ha fatto centinaia di riforme e tenuto i conti in ordine.
7)     Non a caso abbiamo lanciato il Piano per il Sud.
8)     Il problema non è la mia persona.
9)     Siamo pronti a discutere della legge elettorale ma salvando il bipolarismo.
10)   Siamo pronti ad aprire a tutti i moderati.

Italiano corrente

1)     Porca pupazza, avevamo 100 deputati di vantaggio e ora eccoci qui a mendicare una maggioranza di un paio di voti pur di far fare una brutta figura a Fini! Se avessi trattato il dissenso come fanno i veri leader, cioè con rispetto delle idee altrui, non sarei qui a fare appelli disperati pur di salvare la pelle.
2)     Sono così certo di farcela che evoco persino il “partito liberale”. Cavour? Malagodi? Zanone? Macché. Il voto di Paolo Guzzanti, quello che ha scritto il libro “Mignottocrazia” e che mi accusa di fare affari con i russi.
3)     Magari fossimo nella Prima Repubblica, invece che in questo pantano dove i governi durano uno-due anni e dettano legge i Bossi e i Di Pietro. Però dalla Prima Repubblica una lezione l’ho imparata: meglio tirare a campare che tirare le cuoia!
4)     Il Pdl in realtà è solo il mio secondo nome. E quando va in tv La Russa, mi viene voglia di andare all’anagrafe e cambiarlo.
5)     Ehm… naturalmente questa regola non vale per gli amici moderati dipietristi, per il collega Calearo e per gli altri uomini che dimostrano senso della nazione.
6)     Diciamola tutta: abbiamo i conti in ordine ma non abbiamo un euro per rendere effettive le centinaia di riforme.
7)     Questa mi è venuta davvero bene. Come quell’altra del 29 settembre sul fatto che abbiamo messo a posto la Salerno-Reggio Calabria.
8)     Beh, che avete da ironizzare? Non è in gioco la mia persona, né oggi né nelle leggi sulla giustizia. Lascerei volentieri, se solo Gianni Letta avesse vent’anni di meno o Angelino Alfano vent’anni di più.
9)     Siamo sempre stati pronti, l’importante è salvare il fatto che da un lato comando io (da solo) e dall’altro non comanda nessuno.
10)   Siamo sempre stati pronti, sin dai tempi in cui cacciammo Casini dal Pdl. Proprio su questo, il Giornale aprirà una campagna intitolata “Pierferdinando entri in maggioranza o raccontiamo alcune cosette su di lui”.

PS – Un genio. Se il Cavaliere dovesse andarsene a vivere nella barca di Antigua, come dicono i giornali, saremmo tutti un po’ più tristi e soli. Solo ora capiamo il significato del celebre verso “meno male che Silvio c’è”.

13 dicembre 2010

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