venerdì 7 maggio 2010

"La tonnara del PD"

da http://www.strill.it/ del 7.5.2010

di Giusva Branca - "Facciamola finita, venite tutti avanti nuovi protagonisti, politici rampanti, venite portaborse, ruffiani e mezze calze, feroci conduttori di trasmissioni false che avete spesso fatto del qualunquismo un arte, coraggio liberisti, buttate giù le carte..."




Non sappiamo se Francesco Guccini nel suo Cirano pensasse, in uno slancio di preveggenza, al Pd calabrese di oggi, ma alla luce della tonnara nella quale si è trasformata il Partito Democratico di Calabria, ormai, non c'è più nulla da salvare.

Nelle ultime 12 ore la Calabria (quella che non aveva di meglio da fare) ha assistito basita ad un tutti contro tutti che rappresenta i titoli di coda di un progetto evidentemente senza gambe e frantumatosi sugli scogli di una dirigenza gerontocratica ed autoreferenziale

Ciascuno cerca di arraffare ciò che può e di tirare un pò di fango addosso agli altri; d'altra parte chi ha innescato tutto questo sapeva bene a cosa si andava incontro. E' noto, infatti, che non sempre il fuoco appiccato è controllabile, "l'orgia moderata non esiste" ricordava in un suo grandioso spettacolo Paolo Rossi.

E così, dopo la gazzarra andata in scena in gran segreto nell'aula commissioni del Consiglio regionale, dopo i volti-da-morto-dentro-casa della seduta elettiva di Presidente ed Ufficio di Presidenza, gli stracci del Pd sono velocemente volati e con la medesima velocità si sono anche sbriciolati passando da una dichiarazione di Adamo rimbalzata addosso ad una risposta di Guccione che ha innescato una risposta di Bova, la quale ha provocato una stizzita replica di Caminiti ed una lettera di Guccione a Bersani (che dalla Calabria è letteralmente scappato mesi fa dopo aver verificato di trovarsi in una gabbia di matti), il che è sfociato in una dura reprimenda pubblica a Bova da parte di Loiero.

Su una cosa sono tutti d'accordo (chi pubblicamente, chi a denti stretti): il Pd calabrese non esiste più, dissolto, frantumato, sbriciolato da una classe dirigente che non ha mai sentito proprio il partito e che, anzi, non ha mai perso occasione per rimarcare distinguo e provenienze, differenze di formazione e di esperienze.

E, inevitabilmente, la squadra che, con molta fatica, stava insieme quando si vinceva, si è letteralmente disintegrata appena il vento ha iniziato a cambiare e ben prima che si trasformasse nel tornado elettorale del 28-29 marzo.

Tutto è perso fuorchè l'onore potremmo dire, ma ad una condizione: che la smettiate di azzuffarvi come galline da strada.

Anzi, ecco un consiglio: telefonatevi, ammesso che abbiate il coraggio di dirvele in faccia le cose, visto che molti di voi si sfiorano e non si salutano neanche...

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