martedì 18 maggio 2010

Università, oggi e domani protesta ricercatori contro ddl Gelmini

ROMA (Reuters) - Manifestazioni e protesta dei ricercatori universitari oggi e domani contro la riforma contenuta nel ddl Gelmini all'esame del Parlamento e contro i tagli alla ricerca.


Lo annuncia una nota della Flc Cgil.
La protesta prevede per oggi l'occupazione dei rettorati e domani una manifestazione davanti al Senato, ma altre iniziative si svolgeranno a livello locale fino al 22 maggio.
"Le ragioni della protesta sono legate alla drammatica condizione in cui versano gli atenei per effetto dei tagli al finanziamento in parte già attuati, ed in parte da attuare nel 2011 e 2012. Una proiezione della Conferenza dei Rettori stima, al primo gennaio 2011, il momento di insostenibilità finanziaria per gran parte degli atenei Italiani", si legge nella nota.
"Già oggi molte università sono in una condizione di deficit crescente che impone il taglio dei corsi, dell'offerta formativa, della ricerca; in qualche caso hanno annunciato anche la disdetta degli accordi integrativi relativi al personale tecnico e amministrativo (già fortemente penalizzato dall'introduzione delle norme "Brunetta") e l'impossibilità a breve di pagare gli stipendi", aggiunge la nota.
Infine vengono spiegati i motivi della protesta contro la riforma del ministro Maria Stella Gelmini: "A ciò si aggiunge il ddl Gelmini in discussione al Senato, che rappresenta una vera e propria controriforma destinata a mutare radicalmente il funzionamento e la missione dell'Università, alterandone la natura aperta e democratica attraverso norme centralistiche e autoritarie, disegnando un'università pubblica sempre più povera di risorse e qualità, destinata ai pochi che se la possono permettere, con un attacco frontale al diritto allo studio; un'università governata da élites ristrette, e popolata di precari senza futuro, sottopagati e costretti ad un lavoro servile. Un'università che nega le opportunità di formazione ai giovani, e che mortifica i talenti e il merito".
Già nei giorni scorsi la protesta dei ricercatori a tempo indeterminato aveva costretto il ministero a proprogare di 15 giorni, al primo giugno, la scadenza per la presentazioni da parte degli atenei dei piani di studio 2010-2011, piani di studio ai quali i ricercatori hanno deciso di non contribuire per protesta contro la riforma.

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