domenica 22 maggio 2011

Unical: 5000 esami sotto inchiesta. Il rettore Giovanni Latorre annuncia la costituzione di parte civile dell’ateneo

 da sito www.calabriah24.it

Era tutto pronto per la laurea. La tesi, la festa, la vacanza, i primi colloqui di lavoro. Un mondo di sogni che è franato improvvisamente in una mattina di marzo, quando lei, l’aspirante “dottoressa”, ha ricevuto una telefonata dall’Università: «Signorina, stiamo ricostruendo la sua carriera universitaria ma c’è qualcosa che non va in un esame, l’aspettiamo qui per risolvere il problema…». Quella prova da 27, sostenuta il 18 luglio del 2007, era stata annotata su uno statino del corso di laurea in Filosofia ma non risultava presente nè nell’archivio cartaceo nè in quello digitale. I funzionari dell’Area didattica di Arcavacata hanno seguito la procedura inviando la pratica al preside della Facoltà di Lettere, Raffaele Perrelli, per ulteriori accertamenti. E così è stato convocato il docente titolare dell’insegnamento che s’è accorto subito dell’anomalia: quella sigla in calce al documento non era sua. Il 4 marzo il preside ha segnalato il caso al rettore, quattro giorni dopo è nata l’inchiesta sugli esami “fantasma” all’Università della Calabria. Una indagine che riguarda già trecento persone e il numero continua a salire man mano che le verifiche si estendono nel tempo. Sotto la lente del pm Antonio Tridico sono finiti 5mila statini della facoltà di Lettere relativi al periodo 2007-2011. Cinquemila certificazioni di avvenuto esame che verranno scrupolosamente verificate dalla polizia giudiziaria. Il magistrato inquirente, nei prossimi giorni, sentirà la studentessa che è indagata per falso. La ragazza, nel frattempo, ha dovuto rivedere i suoi programmi visto che non potrà laurearsi fin quando non sarà chiarita l’anomalia presente in quello statino.
È stato il rettore, Giovanni Latorre, dopo essersi recato personalmente a Palazzo di giustizia, a firmare l’articolato esposto che porta la data dell’8 marzo. Una denuncia contro ignoti che ha innescato le indagini della Procura diretta da Dario Granieri. E l’attività investigativa coordinata dalla magistratura punta a raggiungere l’approdo sperato proprio attraverso la piena collaborazione dell’Unical. Aspetto puntualizzato dal Magnifico, ieri, in conferenza stampa: «Da parte nostra c’è la piena disponibilità a fornire supporto e collaborazione necessari affinchè la magistratura faccia piena luce su questa vicenda che indubbiamente danneggia l’immagine del nostro ateneo. Per questo siamo decisi a costituirci parte civile nell’eventuale processo che dovesse scaturire dall’inchiesta appena avviata. Non guarderemo in faccia nessuno e perseguiremo con determinazione ogni responsabilità che dovesse affiorare dall’indagine per tutelare gl’interessi dell’università».
Una vicenda che crea un giustificato imbarazzo nei vertici dell’Unical. «Con ben due riforme – ha spiegato ancora Latorre, alla presenza del direttore amministrativo Bruna Adamo e del vicario Fulvio Scarpelli – e soprattutto con il cambiamento del sistema di registrazione degli esami, da quello cartaceo a quello digitale, è possibile che nei primi anni di applicazione della nuova procedura si siano potute spalancare delle falle nel meccanismo di sicurezza dei dati. Siamo passati dalla gestione di 72mila esami del 2000 ai 162mila del 2010. Lo statino finito sott’inchiesta si colloca nel periodo di registrazione col sistema della “firma debole”, un metodo misto di registrazione delle prove, cartaceo e digitale».
Dalle pieghe dell’inchiesta del pm Tridico sarebbero emerse prove d’ipotetici imbrogli a beneficio di un paio di “dottori” che avrebbero conseguito la pergamena facendo ricorso agli esami “fantasma”. Le indagini dovranno rivelare se le sciagurate “elargizioni” siano state a carattere puramente amichevole o se siano state “concesse” in cambio di “regali”.
In serata, anche il preside della Facoltà di Lettere e Filosofia, Perrelli, ha espresso piena fiducia nel lavoro della magistratura: «Mi auguro che possa essere fatta piena luce su tutta la vicenda nell’esclusivo interesse dell’Università». fonte gazzettadelsud

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