domenica 15 maggio 2011

La carriera record del figlio del rettore

Frati jr ordinario a 36 alla Sapienza di Roma, nonostante le bocciature del Tar. Poche settimane fa l'ultima promozione: direttore di unità al Policlinico

di MAURO FAVALE  da www.repubblica.it
ROMA - La carriera è folgorante, un'eccezione nell'Italia dei baroni: ricercatore a 28 anni, professore associato a 31, ordinario a 36. E pazienza se il cognome pesa: come ripete sempre suo padre, Luigi Frati, magnifico rettore della Sapienza di Roma, "la bravura non ha nome né cognome". E poi, il secondogenito di Luigi, Giacomo Frati, di traguardi continua a conquistarne e l'ultimo gradino l'ha superato il 19 aprile. Quel giorno è diventato direttore dell'unità programmatica del Policlinico Umberto I. E probabilmente è solo una coincidenza il fatto che appena 24 ore prima, la Sapienza era stata sconfitta nell'appello presentato dopo una sentenza del Tar che dà ragione ad Alessandro Moretti, ricercatore di geoeconomia dello stesso ateneo. Un ricorso contro la decisione, votata in autunno dal senato accademico, di assumere 25 ricercatori e professori (tra cui proprio Giacomo Frati), scavalcando chi, come Moretti, aveva già in tasca e da 5 anni, un'idoneità per associato.
Il Tar dà ragione a Moretti, parla di danno grave e irreparabile e di "criterio illogico che comporta una penalizzazione". Ma nonostante la sentenza, alla Sapienza si va avanti come se nulla fosse. La vicenda la racconta un'inchiesta di Report, firmata da Sabrina Giannini, in onda questa sera su RaiTre. Una puntata sui concorsi: si parla di notai, magistrati del Consiglio di Stato e professori universitari. In particolare quei baroni che, nel corso degli anni hanno costruito il proprio feudo chiamando attorno a sé parenti più o meno stretti. Proprio come Frati (certo non l'unico esempio): con lui ha lavorato la moglie (oggi in pensione) docente di storia della medicina passata in pochi anni dall'insegnamento in un liceo a quello in università. E con lui, tuttora, oltre a Giacomo, c'è anche Paola, l'altra figlia, laureata in giurisprudenza e ordinaria di medicina legale.
Ma è su Giacomo che si concentra Report: perché destò scalpore, a dicembre, la decisione della Sapienza di richiamarlo poco prima che entrasse in vigore la riforma Gelmini con la sua norma anti-parentopoli che vieta l'assunzione come docenti per coloro che hanno parenti nella stessa facoltà. Un divieto esteso fino al quarto grado e che avrebbe impedito "il ricongiungimento familiare" dei Frati. Ma se ora, nonostante ricorsi al tar e appelli persi, con l'entrata in vigore della riforma, tutto questo non sarà più possibile, alla Sapienza non mancheranno le assunzioni "a chiamata diretta". Secondo Report, il primo ateneo di Roma (in cui è docente un consulente del ministro Gelmini) è riuscito a strappare dal ministero più di un milione di euro di fondi extra che serviranno anche per assumere due docenti e per promuoverne una ventina. E Frati? Il suo mandato scade tra un anno. Prima di entrare in carica, per 15 anni, è stato preside di Medicina, la facoltà che governa l'Umberto I. Un ospedale universitario con un buco da 160 milioni di euro, in cui i chirurghi effettuano in media 30 interventi l'anno (in Europa, negli altri policlinici universitari, la media è di 120-130) e in cui Frati è ancora primario del day hospital oncologico. Peccato, però, che come hanno testimoniato le telecamere di Report, Frati, in quel reparto non ci metta piede da anni.
(15 maggio 2011)

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