da www3.varesenews.it del 5.2.2011
Il professor Fasano dell'università dell'Insubria racconta i primi effetti della riforma in attesa dei decreti attuativi: «Tutte le posizioni di collaborazione e le borse di studio non potranno più essere assegnate, comprese quelle dell'università»
Egregio direttore,
Tutti a casa! Ecco come la legge Gelmini aiuta i giovani. Dal 29 gennaio la riforma universitaria è la Legge 240/10. Con nota del 4 Febbraio 2011 il direttore amministrativo dell'Università dell'Insubria recepisce alcune norme con effetto immediato. Tutte le posizioni di collaborazione (coordinata e continuativa, occasionale, di libera professione) e le borse di studio non potranno più essere assegnate. Anche le borse di studio bandite dall'Università non ci saranno più.
Tutto questo avrebbe senso se parlassimo di denaro pubblico. Invece stiamo parlando di finanziamenti che ci siamo procurati da soli per riuscire a fare innovazione, che è lo scopo del nostro lavoro.
I lavoratori della conoscenza che hanno un rapporto precario con l'Università sono la maggioranza. Come eliminiamo il precariato? Li lasciamo a casa senza stipendio! Chi è riuscito ad avere un contratto di ricerca collaborativa con le imprese lo dovrà restituire. Infatti i dipendenti delle imprese private potranno frequentare i laboratori universitari, mentre le Università non potranno assumere collaboratori.
Il vuoto legislativo (mancano ancora i decreti attuativi della riforma Moratti) non ha permesso di assumere collaboratori che a 5-10 anni dalla laurea si accontentano di 1000 euro al mese nella speranza di realizzare il sogno di essere utili al progresso della conoscenza. Vietato rinnovare il contratto! Da oggi dovranno essere licenziati. Aggiungo che da oggi è vietato permettere agli studenti delle lauree triennali di frequentare i laboratori universitari per fare la tesi...
Tutti a casa! Ecco come la legge Gelmini aiuta i giovani. Dal 29 gennaio la riforma universitaria è la Legge 240/10. Con nota del 4 Febbraio 2011 il direttore amministrativo dell'Università dell'Insubria recepisce alcune norme con effetto immediato. Tutte le posizioni di collaborazione (coordinata e continuativa, occasionale, di libera professione) e le borse di studio non potranno più essere assegnate. Anche le borse di studio bandite dall'Università non ci saranno più.
Tutto questo avrebbe senso se parlassimo di denaro pubblico. Invece stiamo parlando di finanziamenti che ci siamo procurati da soli per riuscire a fare innovazione, che è lo scopo del nostro lavoro.
I lavoratori della conoscenza che hanno un rapporto precario con l'Università sono la maggioranza. Come eliminiamo il precariato? Li lasciamo a casa senza stipendio! Chi è riuscito ad avere un contratto di ricerca collaborativa con le imprese lo dovrà restituire. Infatti i dipendenti delle imprese private potranno frequentare i laboratori universitari, mentre le Università non potranno assumere collaboratori.
Il vuoto legislativo (mancano ancora i decreti attuativi della riforma Moratti) non ha permesso di assumere collaboratori che a 5-10 anni dalla laurea si accontentano di 1000 euro al mese nella speranza di realizzare il sogno di essere utili al progresso della conoscenza. Vietato rinnovare il contratto! Da oggi dovranno essere licenziati. Aggiungo che da oggi è vietato permettere agli studenti delle lauree triennali di frequentare i laboratori universitari per fare la tesi...
5/02/2011
Mauro Fasano
Nessun commento:
Posta un commento