Sassari - Il Senato accademico dell'Università di Sassari ha approvato all'unanimità il nuovo Statuto di Ateneo, adeguato alla legge 240 di riforma del sistema universitario (nota come legge Gelmini). Lo Statuto, che pochi giorni fa aveva ottenuto il parere favorevole del Consiglio di amministrazione dell'Università, è stato redatto da una speciale Commissione, presieduta dal rettore Attilio Mastino, che in sei mesi di lavoro ha incontrato tutte le componenti dell'Ateneo al fine di realizzare un documento condiviso. Il documento sarà inviato al Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, che avrà tre mesi di tempo per esaminarlo e segnalare eventuali richieste di modifica all'Ateneo. «La Commissione statutaria - dice il rettore Mastino - ha svolto un lavoro accurato e profondo. Sebbene la riforma Gelmini tenda a dare alle Università una struttura centralistica, la Commissione ha raccolto gli umori dell'Ateneo ed è riuscita a scrivere uno Statuto che rispecchia i principi di democrazia e condivisione».
Lo Statuto è composto da 66 articoli ed è aperto da un preambolo che descrive brevemente la storia dell'Ateneo. Nel 2012 l'Università di Sassari festeggerà infatti il 450° anniversario della sua fondazione. Sempre nel preambolo, «l'Ateneo si impegna a promuovere, d'intesa con le altre istituzioni autonomistiche, lo sviluppo sostenibile della Sardegna e a trasferire le conoscenze nel territorio, operando per il progresso culturale, civile, economico e sociale». Interi articoli sono dedicati al diritto allo studio, alle pari opportunità, alle definizioni di didattica e di ricerca e all'internazionalizzazione. Con l'articolo 6 l'Ateneo riconosce inoltre «la dignità del lavoro dei suoi dipendenti e collaboratori, assicura a tutti i lavoratori piena garanzia e tutela, e promuove obiettivi di stabilizzazione e di riduzione del ricorso al lavoro precario per attività che abbiano carattere di continuità» e si impegna a realizzare «periodicamente un rapporto sui diritti del lavoro e sul lavoro precario da presentare in un incontro pubblico dignità del lavoro, compreso quello precario, da presentare in un incontro pubblico». Riveste particolare importanza anche l'articolo 12 (Promozione del progresso) con il quale l'Ateneo intende promuovere «il libero confronto delle idee e la diffusione dei risultati scientifici anche allo scopo di contribuire al progresso culturale, civile, sociale ed economico, operando in una prospettiva internazionale e favorendo lo sviluppo sostenibile e la tutela dell'ambiente, inteso come sistema di risorse naturali, sociali ed economiche».
Particolarmente importante è la definizione dei "nuovi" dipartimenti che decretano la scomparsa delle vecchie facoltà. L'articolo 35 definisce la natura e le funzioni di queste strutture «su cui si fondano l'organizzazione dell'Ateneo, costituiti sulla base di un progetto scientifico e didattico». Nello specifico «il dipartimento esercita le funzioni finalizzate allo svolgimento della ricerca scientifica, delle attività didattiche e formative, nonché delle attività rivolte all'esterno». La proposta di istituzione del dipartimento è presentata da un gruppo di docenti non inferiore a quaranta, afferenti a settori scientifico-disciplinari omogenei per fini e rispetto al progetto scientifico e didattico. Inoltre «il dipartimento di area medica assume, altresì, le funzioni clinico-assistenziali concertate con la Regione Sardegna, che costituiscono parte integrante e sostanziale del progetto scientifico e didattico». L'articolo 41 prevede poi l'istituzione di una Commissione paritetica studenti-docenti in ciascuno dei dipartimenti con il compito, tra gli altri, di monitorare l'offerta formativa e la qualità della didattica. Si prevede che verranno istituiti circa 13 dipartimenti in qualche caso collegati tra loro da strutture di raccordo, che coordineranno le attività didattiche. L'Università di Sassari attiverà non più di sei di queste strutture.
Le funzioni del rettore sono descritte all'articolo 20: «Il rettore è organo di governo dell'Ateneo, lo rappresenta ad ogni effetto di legge, è titolare delle funzioni di iniziativa, di indirizzo e di coordinamento delle attività scientifiche e didattiche; è responsabile del perseguimento delle finalità dell'Ateneo, secondo criteri di qualità e nel rispetto dei principi di efficacia, efficienza, trasparenza e promozione del merito; assicura l'unitarietà degli indirizzi espressi dal Consiglio di Amministrazione e dal Senato Accademico e ne promuove e coordina l'attuazione».
Il direttore generale, sostituisce la figura del direttore amministrativo, ed è responsabile, sulla base degli indirizzi forniti dal Consiglio di Amministrazione, della complessiva gestione e organizzazione dei servizi, delle risorse strumentali e del personale tecnico-amministrativo dell'Ateneo. Il suo contratto scade al momento della cessazione del rettore.
Nuova veste anche per il Senato accademico, organo di programmazione, di regolazione, consultivo, di coordinamento e di controllo, e contribuisce attivamente a definire le strategie generali dell'Ateneo. Sarà costituito da diciotto membri: il Rettore, il cui voto vale doppio in caso di parità, dodici docenti di ruolo, eletti in modo da rispettare le diverse aree scientifico-disciplinari dell'Ateneo (tra cui sei direttori di dipartimento, eletti dai docenti dell'Ateneo, e sei docenti di ruolo diversi dai direttori di dipartimento, con almeno due ricercatori), due rappresentanti del personale tecnico-amministrativo, tre rappresentanti degli studenti, tra i quali il presidente del Consiglio degli studenti e due rappresentanti eletti dagli iscritti ai corsi di laurea, di laurea magistrale e di dottorato di ricerca. Parteciperanno alle riunioni del Senato accademico il prorettore vicario, che esprime voto deliberativo soltanto in assenza del rettore e il direttore generale, con voto consultivo.
Il nuovo Consiglio di Amministrazione, che ha funzioni di indirizzo strategico, di programmazione finanziaria e del personale, di vigilanza e di controllo dell'attività amministrativa, della sostenibilità finanziaria e della situazione economico-patrimoniale dell'Ateneo. È costituito da nove membri: il rettore, due membri esterni ai ruoli dell'Ateneo, anche stranieri, con un significativo curriculum, quattro docenti di ruolo dell'Ateneo, un componente appartenente al personale tecnico-amministrativo e un rappresentante degli studenti, eletto dagli iscritti ai corsi di laurea, di laurea magistrale e di dottorato di ricerca.
Ampio spazio nello Statuto è stato dedicato anche alle relazioni con la Regione: «L'Ateneo è aperto al confronto con la Regione Sardegna allo scopo di inserire l'attività universitaria nei processi di sviluppo operando per il progresso culturale, civile, economico e sociale della Regione e per diffondere nel territorio le conoscenze scientifiche e le esperienze didattiche più avanzate a livello internazionale. Stipula con la Regione un'intesa triennale che consenta di interagire positivamente con le politiche regionali e di indirizzare gli investimenti sugli obiettivi strategici di medio e lungo termine nel campo dell'alta formazione, della ricerca, del trasferimento tecnologico, dell'assistenza, con definizione di meccanismi competitivi e di forme di premialità».
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