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Reggio Emilia, 23 luglio 2011 - Niente enti locali. Il nuovo statuto d’Ateneo dell’Universita’ degli studi di Modena e Reggio Emilia e’ stato approvato, ma con l’astensione degli enti locali, perche’ nel consiglio di amministrazione non e’ previsto un loro rappresentante.
Reggio Emilia, 23 luglio 2011 - Niente enti locali. Il nuovo statuto d’Ateneo dell’Universita’ degli studi di Modena e Reggio Emilia e’ stato approvato, ma con l’astensione degli enti locali, perche’ nel consiglio di amministrazione non e’ previsto un loro rappresentante.
“Continuiamo a ritenere che le istituzioni pubbliche debbano essere formalmente presenti all’interno del cda dell’Ateneo attraverso la designazione di almeno un membro che le rappresenti tutte”, chiarisce in una nota l’assessore all’Istruzione della Provincia di Modena Elena Malaguti. Oltre a lei, infatti, si sono astenuti l’assessore del Comune di Modena Adriana Querze’, e i reggiani Simone Beghi (Provincia) e Giovanni Catellani (Comune).
Lo statuto prevede che due dei tre membri esterni del cda (che passa da 32 a 11 componenti) siano scelti dall’Universita’ all’interno di una rosa di sei nomi indicati da un “comitato di sostenitori” che e’ composto, in via transitoria, da Comune, Provincia e Camera di commercio di Modena e di Reggio Emilia, oltre che dalla Regione, ma che dovra’ comprendere anche altri soggetti, come le realta’ economiche e sociali, produttive e professionali, associazioni economiche, fondazioni eccetera.
“Alcune delle nostre proposte sono state accolte- aggiunge Malaguti ricordando, in particolare, quelle relative al maggior peso degli studenti per l’elezione del rettore- ma non e’ passato il riconoscimento della rappresentanza istituzionale, che non e’ certo la difesa di spazi di potere o di presenza politica, bensi’ il riconoscimento della dignita’ delle istituzioni.
L’articolato, si legge in una nota dell’Ateneo, si compone di 52 articoli che contengono molte novita’: il rettore restera’ in carica per sei anni e non potra’ ricandidarsi, ci sara’ un pro rettore vicario e un pro rettore per la sede di Reggio Emilia. Inoltre, spariscono le tradizionali facolta’, viene ridotto il numero dei dipartimenti e semplificato lo schema di governance con un consiglio di amministrazione piu’ snello (11 membri) e un senato accademico (26 membri) piu’ rappresentativo delle varie componenti. Salvaguardata la presenza delle donne negli organi, che avranno almeno un terzo dei componenti.
Rafforzati i legami col territorio, che avranno due rappresentanti in Consiglio di Amministrazione, e creato un Comitato dei Sostenitori. Il 26 luglio il testo verra’ inviato al ministero dell’Istruzione che dovra’ esprimersi prima della promulgazione.
“Rispettando la tempistica fissata dalla legge Gelmini l’Universita’, come promesso dal rettore Aldo Tomasi, e’ arrivata puntuale a tagliare il traguardo di un testo che adegua la governance, i poteri e l’organizzazione interna dell’Ateneo, cercando da un lato di salvaguardare i principi e lo spirito della riforma e, dall’altro, di esaltare l’autonomia dell’universita’”, chiosa la nota.
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