da sito Repubblica.it del 16.10.2010

«Siamo al capolinea di una stagione che ha sfigurato l´Italia - afferma tra l´altro Nichi Vendola - e che ha massacrato diritti sociali fondamentali. Il colpo grosso è quello che riguarda proprio la formazione: precarizzare il mercato del lavoro e rendere precaria la cultura, gli apparati formativi, i docenti, gli insegnanti, gli studenti. La società della precarietà».
«Carissimo precario» ripete il presidente della Regione «la voglia di scriverti mi deriva dalla considerazione della tua ingratitudine: in fondo tu sei il vero eroe del nostro tempo. I precari che oggi dilagano in ogni segmento del mondo produttivo sembrano viceversa non accorgersi di questa centralità» afferma Vendola. E aggiunge: «In particolar modo, la tua ingratitudine rischia addirittura di rappresentare un granello di sabbia che può inceppare il meccanismo del governo».
Vendola continua puntando l´indice sul ministro Gelmini: «E´ stata sul punto di mettere una toppa a quel dolore acutissimo o a quel buco violentissimo che si sta creando nel sistema universitario, e la toppa era un emendamento salva-precari. Ma anche questa volta non aveva fatto i conti con il ministro Tremonti. Giacché siamo di fronte a un monopolio tremontiano, con un commissariamento politico del governo Berlusconi».
L´università italiana, di fatto, subirà tagli per 1 miliardo 400 milioni di euro, «un salasso che non ha precedenti nella storia italiana, sostanzialmente un colpo alla nuca del sistema universitario. Non c´è salva-precari, non c´è salvezza», sostiene Vendola, che taglia corto: «Sei ancora una volta, caro precario, l´eroe del governo Berlusconi».
Da Palermo, dove partecipa ad una manifestazione di Sinistra e libertà, Vendola chiede le dimissioni di Maria Stella Gelmini: «L´Italia è, ormai da tempo, fisiologicamente nel fango. Per esempio, siamo stati bombardati dal propagandismo di regime su una riforma epocale, quella dell´università che giungeva ormai in dirittura d´arrivo. A questo proposito quello che è accaduto l´altro ieri è surreale. Dopo un anno intero di discussione sul suo carattere rivoluzionario, la riforma slitta perché era stata approvata da un ramo del Parlamento senza la copertura economica. A questo punto il ministro dell´Istruzione dovrebbe dimettersi».
A Roma, intanto, sette parlamentari del Pd - Grassi, Bellanova, Bordo, Capano, Mastromauro, Servodio, Vico - domandano al titolare dell´Economia: «Quando il governo firmerà il piano di rientro dal deficit sanitario predisposto dalla Regione Puglia»? In ballo ci sono 500 milioni di euro.
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