da sito net1.news.org del 7.5.2010

Dai tempi di Viva Zapatero!, l'Italia è cambiata e in peggio: il controllo di Berlusconi è sempre più vasto, totale, sempre più affidato ad immagini falsate, alla professione della bugia, le sue mosse sono sempre più mirate al suo tornaconto e a quello della sua cerchia di eletti. Un controllo così ben studiato da convincere di vedere una sfera invece di un cubo. Ciechi, dunque, senza neanche più l'olfatto per sentire la puzza di fregatura. Un controllo così organizzato e perfezionato con gli anni, da far cadere in trappola una certa fetta del Paese e quindi degli aquilani. Da una parte c'è chi gli sarà eternamente riconoscente per essere ospite in un albergo della costa adriatica abruzzese o per aver ricevuto la casetta di legno (costata uno sproposito utilizzando soldi pubblici ed espropriando i terreni dove costruirle ai piccoli possidenti ma non alla Chiesa*). Dall'altra, e per fortuna, i numerosi comitati di protesta nati insieme alle prime tendopoli e banditi all'interno delle stesse per volere della Protezione Civile, contraria, come il Premier B., ad ogni forma di controllo o di contestazione al suo operato. Esiste un solo controllo: il Loro, esiste una sola verità ed è quella che ti dicono Loro. Questo è il ritratto -solito, se vogliamo- che esce fuori del nostro Paese. Il terremoto a L'Aquila è stato per Berlusconi il suo pretesto per rilanciarsi, per trasformare il Dipartimento di Protezione Civile (organizzatore unico non solo degli aiuti in caso di calamità naturali ma anche di tutti i grandi eventi che avvengono in Italia) in una società per azioni, un passo in fin dei conti brevissimo fermato solo dagli scandali emersi legati proprio alla Protezione Civile. Approfittando della tragedia, sperperando soldi pubblici, Berlusconi ha organizzato il suo capolavoro (per ora) dove inscenare una serie di falsi miracoli culminati con il G8 a L'Aquila e con le varie inugurazioni delle case di legno simili in maniera preoccupante a della televendite vere e proprie. L'Italia, e L'Aquila ne è una prova, è fatta a immagine e somiglianza di Berlusconi, meglio, a uso e consumo di Berlusconi. Diceva bene a tale proposito il fratello Corrado Guzzanti nei panni di Rutelli -L'Italia non è né di destra né di sinistra, l'Italia è di Berlusconi-. La sua strategia avvelena una parte ma fa dormire contenta e tranquilla l'altra, inquietantemente sempre più numerosa. La critica all'Italia della Guzzanti rimbalza naturalmente su quegli aquilani abbagliati dallo spendore del nulla.
Draquila è un lavoro onesto, obiettivo per quanto possibile, che conferma la bravura di Sabina, la sua curiosità, il suo non saper stare a certe regole imposte, l'indipendenza della sua testa sempre ricca di spunti di riflessione.
Il film sarà distribuito in tutta Italia tranne che....indovinate...a L'Aquila! Ma non per decisioni partite dall'alto. Questa volta il responsabile è l'esercente dell'unico cinema aperto in città offeso del fatto che l'anteprima si è svolta in Piazza Duomo e non nei suoi locali. «Una reazione da vero aquilano» ha commentato la Guzzanti tra gli applausi dimostrando che in tutti questi mesi ci ha studiato e capito molto bene.
Notizia dell'utim'ora: il film è uscito anche a L'Aquila. Meno male che la Movieplex ci ha ripensato.
Tra le tante testimonianze divertenti che la Guzzanti ha raccolto ce ne una che ha piegato dalle risate il tendone. Una combattiva vecchina racconta di quando la Protezione Civile voleva portarla in una specie di ospizio. Lei non ci voleva andare e ha chiesto al volontario: -Ma tu ce l'hai tua madre?- -Sì- risponde quello -Beh, allora portaci mammeta-
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