(da www.dica33.it del 12.04.2010)
di Marco Malagutti
«Questa legge è una pietra miliare, perché tutela chi soffre e garantisce un rapido e omogeneo accesso alla terapia del dolore e alle cure palliative». Senza mezzi termini Guido Fanelli, coordinatore della Commissione ministeriale sulla terapia del dolore e cure palliative, manifesta il suo compiacimento per la legge appena approvata. Un significativo passo avanti verso una normativa più organica e civile in materia di terapia del dolore, dove l'Italia, come noto, scontava ritardi inaccettabili. Ma quali sono i cambiamenti più importanti che sono stati introdotti?
Una legge rivoluzionaria

Verso una svolta culturale
La legge definisce anche in modo inequivocabile la differenza tra cure palliative e terapia dei dolore. Nel primo caso si parla di interventi terapeutici, diagnostici e assistenziali, finalizzati alla cura attiva dei pazienti la cui malattia non risponde più a trattamenti specifici. Nel secondo, invece, si fa riferimento a interventi diagnostici e terapeutici volti a individuare e applicare alle forme morbose croniche idonee e appropriate terapie per la soppressione e il controllo del dolore. Forme di dolore non necessariamente legate a malattie tumorali. In questo senso l'indagine Simg è emblematica, visto che la malattia più frequentemente associata dai pazienti al dolore cronico è l'artrosi. Ma non c'è il rischio che sia una legge manifesto? «Il rischio» risponde il coordinatore della Commissione Ministeriale «è scongiurato dall'esistenza dell'Art. 9, in base al quale il ministero deve monitorare che la legge sia applicata e redigere un rapporto, entro il 31 dicembre di ciascun anno, finalizzato a rilevare l'andamento delle prescrizioni di farmaci per la terapia del dolore e a monitorare lo stato di avanzamento delle due reti su tutto il territorio nazionale». Le ultime indagini dell'Associazione italiana di oncologia medica segnalano che sebbene le cure domiciliari e la terapia del dolore siano notevolmente migliorati in Italia, l'uso dei farmaci oppioidi resta ancora inadeguato. Spesso anche per una certa resistenza dei pazienti. Basta una legge a risolvere anche il problema culturale? «Di sicuro non basta, ma con il contributo della classe medica, dei farmacisti e delle campagne informative del ministero, i passi avanti verso una svolta culturale sono assicurati». Un ultimo punto toccato dalla legge riguarda le cure palliative ai bambini «È la prima legge in Europa ad aggiungere un riferimento alle cure palliative pediatriche» sottolinea con orgoglio Fanelli «la legge garantisce dignità di accesso anche ai bambini ed è un grande contributo sociale».
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